Page 128 - Jane Eyre
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Poco dopo la cerimonia nuziale la vidi salire in una
           carrozza di posta e tornai in camera mia dove passai,
           sola, la più gran parte di quel giorno di vacanza.
              Passeggiai   per   la   camera   quasi   tutto   quel   tempo,
           come se avessi perduto qualcuna che mi era cara e do-
           vessi compensare quella perdita. Ma quando fu trascor-
           so il giorno e una parte della sera, mi accorsi che era av-
           venuta in me una trasformazione.
              Il mio spirito si era spogliato di tutto ciò che aveva

           preso in prestito alla signorina Temple, o piuttosto lei
           aveva portato seco quell'ambiente, che mi circondava
           quando mi era vicina.
              Ora che ero abbandonata a me stessa, incominciavo a
           risentire lo stimolo delle passate emozioni.
              Non era il sostegno che mi veniva a mancare, ma
           piuttosto lo scopo dei miei sforzi.
              Non mi mancava la forza necessaria per esser calma,
           ma quella che mi aveva condotta a quella calma.
              Fino a quel momento Lowood era stato il mio mondo,
           la mia esperienza si limitava alla conoscenza delle rego-
           le e dei sistemi; ora mi ricordavo che il mondo era gran-
           de, che molti campi di speranza, di timore, di emancipa-
           zione e di eccitamento erano aperti a quelli che avevano
           coraggio sufficiente per camminare avanti e cercare, in
           mezzo ai pericoli, la conoscenza della vita.
              Andai alla finestra e l'aprii guardando dinanzi a me;
           qui erano le due ale dell'edificio, là il giardino, poi i
           muri di Lowood e finalmente l'orizzonte delle monta-
           gne.


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