Page 17 - Il fanciullino
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rio, il quale ci fa perpetuamente correre con infelice ansia per la via del-
la felicità. Oh! chi sapesse rafforzarlo in quelli che l’hanno, fermarlo in
quelli che sono per perderlo, insinuarlo in quelli che ne mancano, non
farebbe per la vita umana opera più utile di qualunque più ingegnoso
trovatore di comodità e medicine? E non so dire quanto la comunione
degli uomini ne sarebbe avvantaggiata; specialmente in questi tempi in
cui la corsa verso l’impossibile felicità è con tanto fulmineo disprezzo
in chi va avanti, con tanta disperata invidia in chi resta addietro. Già in
altri tempi vide un Poeta (io non sono degno nemmeno di pronunziare
il tuo santo nome, o Parthenias!), vide rotolare per il vano circolo della
passione le quadriglie vertiginose; e quei tempi erano simili a questi, e
balenava all’orizzonte la conflagrazione del mondo in una guerra di tut-
ti contro tutti e d’ognuno contro ognuno; e quel Poeta sentì che sopra
le fiere e i mostri aveva ancor più potere la cetra di Orfeo che la clava
d’Ercole. E fece poesia, senza pensare ad altro, senza darsi arie di consi-
gliatore, di ammonitore, di profeta del buono e del mal augurio: cantò,
per cantare. E io non so misurare qual fosse l’effetto del suo canto; ma
grande fu certo, se dura sino ad oggidì, vibrando con dolcezza nelle no-
stre anime irrequiete.
O rimatori di frasi tribunizie, o verseggiatori di teoriche sociali, che
escludete dall’ora presente ogni poesia che non sia la vostra, vale a
dire, escludete la POESIA, ditemi: Era o non era al suo posto, nel secolo
d’Augusto, il cantore delle Georgiche? Sì, non è vero? Egli insegnava ad
amare la vita in cui non fosse lo spettacolo né doloroso della miseria
né invidioso della ricchezza: egli voleva abolire la lotta tra le classi e la
guerra tra i popoli. Che volete voi, o poeti socialisti, che dite cose tanto
diverse e le dite tanto diversamente da lui?
IX.
Dei due fraterni poeti Augustei (ché non si può parlare di Virgilio sen-
za soggiungere Orazio) voi direte che fu la filosofia che li addusse a
quella ragione sana e pia di considerare la società e la vita. E no: fu il
fanciullino che li portò per mano, dicendo: Vi dirò io dove è nel tempo
stesso la poesia e la virtù. Fu il fanciullino che, se mai, fece che trasce-
gliessero tra le opinioni dei filosofi quelle che confermavano il loro sen-
timento.
G. Pascoli - Il fanciullino 13