Page 16 - Il fanciullino
P. 16

ha una suprema utilità morale e sociale. E tu non hai mica ragionato,
        per rivelare a me il tuo fine. Tu hai detto quel che vedi e senti. E dicendo

        questo, hai forse espresso quale è il fine proprio della poesia. Ora tocca
        a me ragionarci sopra, Chi ben consideri, comprende che è il sentimen-

        to poetico il quale fa pago il pastore della sua capanna, il borghesuccio
        del suo appartamentino ammobigliato sia pur senza buon gusto ma

        con molta pazienza e diligenza; e vai dicendo.
            O è il contrario? E il pastore che, parando le pecore, sogna una bot-

        tega da avviare nel borgo vicino, e il borghesuccio che fantastica d’un
        palazzo in città grande e rumoreggiante, sono, essi sì, poeti fantasiosi e

        sognatori, e gli altri no? Già, per me, altro è sentimento poetico, altro è
        fantasia; la quale può essere bensì mossa e animata da quel sentimen-

        to, ma può anche non essere. Poesia è trovare nelle cose, come ho da
        dire? Il loro sorriso e la loro lacrima; e ciò si fa da due occhi infantili che

        guardano semplicemente e serenamente di tra l’oscuro tumulto della
        nostra anima.

            A volte, non ravvisando essi nulla di luminoso e di bello nelle cose
        che li circondano, si chiudono a sognare e a cercare lontano. Ma pur

        nelle cose vicine era quello che cercavano, e non avervelo trovato, fu
        difetto, non di poesia nelle cose, ma di vista negli occhi. Direte voi (non

        parlo a te, ora, o fanciullo, ma a cotali fanciulloni), direte voi che il sen-
        timento poetico abbondi più in chi, torcendo o alzando gli occhi dalla

        realtà presente, trovi solo belli e degni del suo canto i fiori delle agavi
        americane, o in chi ammiri e faccia ammirare anche le minime nappine,

        color gridellino, della pimpinella, sul greppo in cui siede? E non voglio
        dire che non abbondi nel primo, quel sentimento, e non si trovi anzi

        unito ad altre virtù di scienza e di fantasia che lo facciano giustamente
        ammirabile; sebbene, come più agevolmente muove, così più presto

        annoia il suo lettore, e, a ogni modo, poiché le cose assenti, o non viste
        mai, sono sempre a tutti meravigliose, egli fa come l’uomo che preten-

        de d’aver rallegrato con sue novellette l’uditore che, pure ascoltando,
        abbia bevuto largamente del vino letificante. Egli è stato, forse, arguto

        e festevole; ma chi rallegra con la parola sua schietta, senza bisogno di
        calici, ha maggior merito.

            Or dunque intenso il sentimento poetico è di chi trova la poesia in ciò
        che lo circonda, e in ciò che altri soglia spregiare, non di chi non la trova

        lì e deve fare sforzi per cercarla altrove. E sommamente benefico è tale
        sentimento, che pone un soave e leggiero freno all’instancabile deside-




        12
   11   12   13   14   15   16   17   18   19   20   21