Page 11 - Il fanciullino
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dice. Tu illumini la cosa, essi abbagliano gli occhi. Tu vuoi che si veda
        meglio, essi vogliono che non si veda più. Il loro insomma è il linguaggio

        artifiziato d’uomini scaltriti, che si propongono di rubare la volontà ad
        altri uomini non meno scaltriti; il tuo è il linguaggio nativo di fanciullo

        ingenuo, che tripudiando o lamentando parli ad altri ingenui fanciulli.
            Non è così?...

            Fanciullo, dunque, che non ragioni se non a modo tuo, dicendo di
        quando in quando le sentenze più comuni e più sublimi, più chiare e

        più inaspettate, tu puoi per altro, in ciò che ti riguarda più da presso, e
        intendere la mia e dire la tua ragione. Per questo ti parlo con più gravi-

        tà che io non soglia, e vorrei avere da te una risposta meno...come ho
        da dire? Infantile?... poetica, che tu non costumi.





                                                           V.




            Tu sai che io ti amo, o mio intimo benefattore, o invisibile coppiere
        del farmaco nepenthès e ácholon, contro il dolore e l’ira, o trovatore e

        custode d’un segreto tesoro di lagrime e sorrisi! E sai ancora che io non
        ti credo, come fanciullo, così irragionevole, né stimo un perditempo l’a-

        scoltarti quando detti dentro. Oh! No, molto ci corre. Sebbene qualche
        volta, a vedere le tiritere isosillabiche e omeoteleute (non ti spaventare!

        è come dire “versi rimati”) con le quali certi orecchianti vogliono far cre-
        dere di far l’arte tua, anch’io rischio di pensare, come molti, che codesto

        parlare cadenzato e sonoro non sia naturale né ragionevole. Ma è un
        momento. Dimentico quelle tiritere, e dico a te che per quel momento

        mi fissi tra spaurito e malcontento con codesti occhi che vedono con
        maraviglia; dico a te: No no: non temere. Tu sei il fanciullo eterno, che

        vede tutto con maraviglia, tutto come per la prima volta. L’uomo le cose
        interne ed esterne, non le vede come le vedi tu: egli sa tanti particolari

        che tu non sai. Egli ha studiato e ha fatto suo pro degli studi degli altri.
        Sì che l’uomo dei nostri tempi sa più che quello dei tempi scorsi, e, a

        mano a mano che si risale, molto più e sempre più. I primi uomini non
        sapevano niente; sapevano quello che sai tu, fanciullo.

            Certo ti assomigliavano, perché in loro il fanciullo intimo si fondeva,
        per così dire, con tutto l’uomo quanto egli era. Maravigliavano essi, con

        tutto il loro essere indistinto, di tutto; ché era veramente allora nuovo
        tutto, né solo per il fanciullo, ma per l’uomo. Maravigliavano con senti-




        G. Pascoli - Il fanciullino                                                                             7
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