Page 14 - Il fanciullino
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i passeri sono graziosi uccelli (anch’essi: perché no?); ma nei seminati i
contadini non ce li vogliono, per graziosi che siano. Le spadacciole sono
bellissimi fiori; ma tra il grano sarebbe molto meglio che non ce ne fos-
se. Ma fanno così bel vedere! Non nego che possano dilettare qualcu-
no: non dilettano però colui che spera l’utile di quel grano. Capisci? Se
anche c’è qualcuno a cui piacciono i tuoi frulli e i tuoi lampeggiamenti in
mezzo a un ragionare che avrebbe a essere serio, ai più non può essere
che non dispiaccia.
E sai che cosa succede? Questi, trovandoti così fuori di posto, non
pensano che tu sia il fanciullo dalla voce argentina, ma credono sentire
in te l’uomo roco, l’uomo che parla per ingannare: e gridano Retorica!
Ora per evitare tale scambio a te e tale danno a me, non sarebbe male
che quando io bado ai fatti miei, tu te ne andassi lontano e dormissi
nei profondi boschi d’Idalia e tra l’odoroso cespuglio dell’amaraco. Se
tu conoscessi Platone, ti direi che come egli ha ragione nel volere che
i poeti facciano mythous e non logous, favole e non ragionamenti, così
non ho torto io nel pretendere che i ragionatori facciano logous e non
mythous. Ma pur troppo è difficile trovare chi si contenti di far solo
quello che deve. E Platone stesso...Ma egli era Platone. Tornando a noi,
dunque, nessun utile né diretto né indiretto mi viene da te, o fanciullo.
Checché tu possa dire, nessuno. Quale invero sarebbe? Parla!
VII.
IL FANCIULLO
A te né le gemme né gli ori
fornisco, o dolce ospite: è vero;
ma fo che ti bastino i fiori
che cogli nel verde sentiero,
nel muro, su le umide crepe,
su l’ispida siepe.
Non reco al tuo desco lo spicchio
fumante di pingue vitella;
ma fo che ti piaccia il radicchio
non senza la tua selvastrella,
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