Page 132 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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A Beirut era così
Io non sono una persona che piange facilmente. Anzi, e purtroppo, non piango mai.
Non sono neanche una persona che si impressiona facilmente dinanzi agli orrori. Ne
ho visti troppi. Eppure, quando mi trovo in una guerra, i miei occhi sono quasi
sempre lucidi di lacrime e mi vengono certi nodi alla gola che non riesco più a
parlare. A Beirut era così. Ogni volta che Sharon bombardava dalla terra, dall’aria,
dal mare, sicché il cielo sopra la città diventava rosso e nero come l’inferno, mi si
riempivano gli occhi di lacrime e non riuscivo più ad aprir bocca. Neanche per
insultare qualcuno che una sera disse: «È eccitante. Ero curioso di vedere almeno
una volta questo spettacolo e bisogna ammettere che, purtroppo, è eccitante».
Quando si tratta di guerra, io ignoro il significato della parola eccitante. E della
parola curiosità. Nemmeno quando sono andata la prima volta in Vietnam avevo
quel tipo di curiosità. Infatti lo sapevo cos’era la guerra: fin da bambina. Come i
bambini di Beirut ho imparato da bambina a correre sotto le bombe, a sopportare il
terrore delle incursioni aeree, i cannoneggiamenti dell’artiglieria, le fucilate vili dei
francotiratori, la paura, la distruzione, la morte, i cadaveri che puzzano fino a
soffocarti. Ho imparato nella Seconda guerra mondiale che trovarsi in una guerra non
è come guardarla alla televisione, dove diventa uno spettacolo simile alle partite di
calcio. Da adulta ho imparato anche che cos’è un massacro. 17
A Beirut, Beirut ovest, mi sono commossa. A vedere quella distruzione selvaggia…
selvaggia… a sentire quel puzzo soffocante di morti, a guardare quei morti disfatti…
mi si sono un poco inumiditi gli occhi, mi si è chiusa un poco la gola. Però non so
piangere. 18
Tutti sparano a tutti, ciascun membro di ciascun gruppo o gruppuscolo dispone d’un
Kalashnikov o d’un M16 o d’un RPG. Se lo porta dietro come la gente normale si porta
dietro l’ombrello nei giorni di pioggia, e quando meno te l’aspetti: ta-ta-ta, sbang!
Per sgranchirsi le dita, magari, e ammazzare chi capita: una vecchia che attraversa la
strada, un bambino che gioca in cortile, un neonato che dorme nelle braccia della sua
mamma. Tanto le munizioni non mancano. Vengono da ogni parte del mondo, al porto
c’è sempre una nave che le scarica sulla banchina, nelle baie c’è sempre una barca
che le scarica sulla spiaggia, e costano poco. Padre nostro e Allah nostro che siete