Page 129 - Oriana Fallaci - Solo io posso scrivere la mia storia
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Amo il romanzo, odio scrivere
Io amo il romanzo. Lo amo perché consente di dare una verità più vasta. Una verità
reinventata, quindi universalizzata. Una verità che dura e nella quale tutti si
riconoscono. Lo amo perché, contrariamente alla cronaca quotidiana, non lo scrivi
con le manette ai polsi: lo scrivi sentendoti libero di inventare, correre nei giardini
della fantasia come la bambina che a sei o sette anni inventava le fiabe e poi le
copiava sui suoi quaderni bellissimi. Lo amo perché dà tempo di scrivere bene,
senza che nessuno ti pungoli presto-Fallaci-presto. Amandolo, l’ho sempre
desiderato. Anche quando ero sposata anima e corpo al giornalismo. E mi sembrava
di tradirlo a rimaner sposata al giornalismo. Così, a un certo punto, sono uscita dal
letto di quel marito troppo imperfetto e sono andata incontro al mio amore, al
romanzo.
E un po’ per volta, prima con timidezza poi con risolutezza, mi sono data a lui.
Per scoprire che si può odiare con tutta l’anima ciò che si ama.
Io odio scrivere. Non so cosa vi diranno gli altri scrittori, ma io vi dico che
scrivere ruba alla vita. Ruba al sole che come Tantalo vedi dalla finestra senza
poterlo toccare perché devi stare a quel tavolo. Quel tavolo maledetto di cui diventi
parte finché le gambe ti si atrofizzano, e il resto del corpo, tutto il tuo corpo fuorché
le mani e le dita che scrivono. Ruba alla compagnia, al piacere di star con la gente,
perché per scrivere devi essere solo: pochi mestieri sono fatti di solitudine come lo
scrivere. Una solitudine fisica, psicologica, mentale. Una solitudine disumana. Ruba
agli affetti perché in quella solitudine disumana non c’è posto per le persone che ti
amano o che ami. Non puoi occuparti di loro, dargli l’attenzione che ti chiedono e
che vorresti dargli: finché scrivi il libro, la tua storia d’amore è il libro. A lui e
soltanto a lui regali i tuoi pensieri, il tuo sentimento, il tuo corpo. Infelici, martiri,
coloro che amano uno scrittore quando egli scrive un libro.
Io odio scrivere, sì, io odio scrivere. Non so cosa vi diranno gli altri scrittori,
ma vi dico che si dura una gran fatica a scrivere. A scrivere bene, intendo, a scrivere
un libro vero: non i non-libri per cui vengono tagliate tante belle foreste di pioppi. E
più una pagina risulta scorrevole, quindi sembra facile e scritta senza fatica, più è
costata fatica. Tormento. Tormento? Io quando scrivo un libro ci vado a letto, con il
libro. Ci dormo insieme, lo sogno. E sognando vedo i tasti della macchina da
scrivere, il capitolo cui sto lavorando, il dialogo o l’intreccio che non mi sono venuti