Page 242 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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mai:  la  stampa  internazionale  è  talmente  in ltrata  dai  sinistrorsi,  dalla
          cosiddetta  sinistra.  Ah,  questa  sinistra!  Ha  corrotto  per no  il  clero.

          Perfino i preti!
             Ormai  anche  loro  stanno  diventando  elementi  che  mirano  solo  a
          distruggere,  distruggere,  distruggere.  Addirittura  nei  paesi  dell’America
          Latina,  addirittura  in  Spagna!  Sembra  incredibile.  Abusano  della  loro
          stessa chiesa. Della loro stessa chiesa!

             Parlano  di  ingiustizie,  di  uguaglianza…  Ah,  questa  sinistra!  Vedrete,
          vedrete dove vi porterà.


             Torniamo  a  lei,  maestà.  Così  intransigente,  così  duro,  e  magari  spietato:
          dietro quel volto triste. In fondo, così simile a suo padre. Mi chiedo in quale
          misura lei sia stato influenzato da suo padre.

             In  nessuna.  Nemmeno  mio  padre  poteva  in uenzarmi.  Nessuno  può

          in uenzarmi,  le  ho  detto!  Io  ero  legato  a  mio  padre  da  a etto:  sì.  Da
          ammirazione:  sì.  Ma  nient’altro.  Non  ho  mai  tentato  di  copiarlo,  di
          imitarlo.  Né  sarebbe  stato  possibile,  anche  se  lo  avessi  voluto.  Eravamo

          due  personalità  troppo  diverse,  e  anche  le  circostanze  storiche  in  cui  ci
          siamo  trovati  erano  troppo  diverse.  Mio  padre  incominciò  dal  nulla.
          Quando  egli  andò  al  potere,  il  paese  non  aveva  nulla.  Non  esistevano
          neanche  i  problemi  che  abbiamo  oggi  alle  frontiere:  soprattutto  con  i
          russi. E mio padre poteva permettersi d’avere rapporti di buon vicinato

          con tutti. L’unica minaccia, in fondo, era rappresentata dagli inglesi che
          nel  1907  s’erano  diviso  l’Iran  coi  russi,  e  volevano  che  l’Iran  costituisse
          una specie di terra di nessuno posta tra la Russia e il loro impero in India.

          Ma poi gli inglesi rinunciarono al progetto e le cose divennero abbastanza
          facili  per  mio  padre.  Io,  invece…  Io  non  ho  incominciato  dal  nulla:  ho
          trovato  un  trono.  Però,  appena  salito  al  trono,  mi  son  trovato  subito  a
          dover  guidare  un  paese  occupato  dagli  stranieri.  E  avevo  solo  ventun
          anni. Non sono molti, ventun anni, non sono molti. Del resto, non avevo

          da  tenere  a  bada  gli  stranieri  e  basta.  Avevo  da  fronteggiare  una  sesta
          colonna  di  estrema  destra  ed  estrema  sinistra:  per  esercitare  una
          maggiore  in uenza  su  noi  gli  stranieri  avevan  creato  l’estrema  destra  e

          l’estrema  sinistra…  No,  non  è  stato  facile  per  me.  Forse  è  stato  più
          di cile per me che per mio padre. Senza contare il periodo della guerra
          fredda, durato fino a due anni fa.
             Maestà, ha appena parlato dei problemi che ha alle frontiere. Qual è, oggi, il
          suo peggior vicino?

             Non si può mai dire, perché non si sa mai chi sia il peggior vicino. Però
          sarei  portato  a  risponderle  che,  in  questo  momento,  è  l’Iraq.  [Qualche
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