Page 23 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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del centralinista che risponde al telefono è quella di un uomo e non vedi
una donna, insomma, a meno che tu non vada per strada. Per strada, esse
camminano, dentro la prigione del purdah, come fantasmi di un incubo. E
l’incubo di quei pacchi di sto a senza volto né corpo né voce ti insegue
dovunque nché, col tuo volto scoperto e le tue braccia scoperte e le tue
gambe scoperte no al ginocchio, ti senti spogliata ed esposta a mille
pericoli. Sono pericoli inesistenti: le più gravi punizioni vengono in itte
ai rari uomini che osino s orare una donna, o seguirla, o farle un
complimento galante.
Non esiste pappagallismo nei paesi dell’Islam: il rispetto formale verso
una donna è assoluto. Eppure, né in una moschea, né in un tranvai, né in
un cinematografo, né a un ricevimento, le donne possono mischiarsi alla
folla degli uomini. Ai ricevimenti, i mariti moderni portano le mogli ma,
giunti dinanzi al portone, le donne raggiungono le stanze delle donne e
gli uomini quelle degli uomini. Una volta, io volli salire in tranvai ma fui
respinta con imbarazzata sorpresa: ero entrata nel recinto degli uomini.
Così dovetti scendere e salire nel recinto delle donne che è un’unica
panca, alle spalle del conduttore, divisa dalle altre panche con una grata
ttissima, e qui le donne in purdah ti guardano attraverso i bucolini del
lenzuolo con pupille cariche di involontario rimprovero perché il tuo volto
è nudo e le tue gambe sono nude e ciò o ende gli uomini e Allah.
Soprattutto ti guardano con quelle pupille se cammini sola per strada: le
donne mussulmane camminano sole per strada assai raramente. In genere
camminano a gruppi, o con i bambini, o con il marito che sta avanti
almeno tre passi onde sia chiaro che egli è il padrone. A volte per no le
ragazze più evolute, quelle che studiano, non si sottraggono a questa
regola. Le vedi uscire dal liceo, impaludate come monache nel loro
lenzuolo. Tanto più sconcertanti a vedersi in quanto tra loro camminano
spesso pakistane col volto scoperto che spavaldamente dichiarano che il
velo oltretutto è antigienico, impedisce alla pelle di respirare, trasporta le
malattie e indebolisce la vista. Sono, queste, le ragazze evolute che ai
comizi politici si battono con la decisione degli uomini e che alle parate
militari sfilano nei bianchi calzoni del Punjab, insieme ai soldati.
L’anacronismo è crudele: per strada, capita ancora che tu possa vedere
automobili con le tendine: sono le automobili delle mussulmane più ricche
alle quali non basta nascondere il capo nel purdah. Nelle case, è assai
raro che tu possa vedere le donne: ammesso che un mussulmano ti inviti.
Nelle case esse non portano il velo e se per avventura, o intenzione,
sbagli la porta entrando nel recinto riservato alle donne, ti accoglie un
coro di strilli acutissimi. Sono le mogli o le glie che scappano: una mia
amica di Karachi che da tre anni ha alle sue dipendenze lo stesso