Page 210 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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prima ragazza con cui andavo a letto e che mi piantò perché non ero
ebreo. Di tale choc non mi sono più liberato. Naturalmente loro hanno
tentato di farmi diventare ebreo. E mi hanno dato la Bibbia, un mucchio
di libroni, poi mi hanno chiesto se volevo farmi circoncidere, eccetera. Gli
ho risposto di no, delle religioni non mi importa nulla, guriamoci la
religione ebraica che non so nemmeno cosa sia. E non mi hanno chiesto
più nulla. Mi hanno lasciato in pace. Da qualche tempo però hanno
ripreso a chiedermi se voglio diventare ebreo e… Ma cosa vuol dire? Che
senso ha? Che di erenza fa? E poi gliel’ho detto che questa storia della
circoncisione non mi va per niente: quello lì non si tocca. Così a loro gli
dispiace e… Peccato.
Peccato perché io qui un po’ per volta ho raggiunto ciò che non avevo
mai posseduto: l’equilibrio per cui ti senti un uomo. Perché romperlo con
la circoncisione?
CARLO CASTELBOLOGNESI
Sono venuto in Israele sulla base di un ragionamento, non sulla spinta della
persecuzione
Io appartengo a quel gruppo di italiani che decisero di venire qui in
base a un ragionamento anziché sulla spinta di una persecuzione. Quando
io ero giovanetto, cioè prima delle leggi razziali, non c’era ragione per
lasciare l’Italia. Eppure n da giovanetto io avevo stabilito che avrei
lasciato l’Italia per Herez Israel, la Terra di Israele: come la chiamavamo
allora. Mi sembrava un dovere, visto che mi sentivo un ebreo e un ebreo
responsabile della propria continuità. Come spiegare il fatto di sentirsi
ebrei è un’impresa particolarmente di cile per gli ebrei italiani. L’Italia
ci assimilò in tempi così antichi che ancora oggi stentiamo a de nire cosa
signi chi per noi essere ebrei e cosa signi chi essere italiani. L’ebraismo è
una cosa misteriosa, stranissima. È una cosa che non ha nulla in comune
con la religione e con la tradizione.
Direi che è un lumicino nascosto, un lumicino che si accende quando
meno te lo aspetti.
Da dove venga questo lumicino, non so. Se dicessi che sta nel sangue,
farei un discorso razzista. Posso dire soltanto che è il lumicino per cui gli
ebrei portati nelle camere a gas cantavano «L’eternità di Israele non può
essere smentita» anche se non erano religiosi.
Nemmeno io ero religioso sebbene mio padre fosse rabbino di Milano,
sebbene avessi studiato l’ebraico n da ragazzo. Come tutti quelli del mio
gruppo, ero arrivato al limite del sentirmi ebreo: un passo in più e mi
sarei sentito solo italiano. Ma accadde qualcosa. Accadde che a Firenze,