Page 171 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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molto ragionevole, e noi israeliani siamo così abituati a dover guardare le
          cose  in  modo  ragionevole,  a  doverci  accontentare.  Così  stavamo  per

          alzare i bicchieri e brindare a Berger, a Shapiro, a Hal n, a Slavine, agli
          altri  che  non  erano  morti,  quando…  «Fermi,  non  bevete!  Sono  tutti
          morti.» Ma come? Perché? Io questi tedeschi non li capisco.
             Questi tedeschi che alle dieci del mattino riescono a riempire uno stadio
          con  ottantamila  persone,  per  celebrare  un  servizio  funebre,  e  poi  alle

          quattro del pomeriggio riescono a riempire lo stesso stadio con le stesse
          ottantamila persone per festeggiare la ripresa dei giochi. Senta: saranno
          anche operosi, seri, e cienti (fuorché per liberare gli ostaggi), però da un

          punto di vista umano non valgono nulla. E come soldati ancora meno.
             I  tipi  come  me  ne  hanno  abbastanza  della  guerra.  L’hanno  fatta  per
          troppi  anni  e  vi  sono  momenti  in  cui  vorrebbero  bandirla  dai  loro
          pensieri, dalla loro realtà quotidiana.
             Come  i  tedeschi.  Ma  non  è  possibile.  Fare  i  paci sti  per  noi

          signi cherebbe  soccombere  e  non  è  lecito  accettare  quel  che  ci  sta
          succedendo.  Ieri  la  strage  all’aeroporto  di  Lod,  oggi  la  strage  alle
          Olimpiadi… E domani? Domani potrebbe toccare ai musicisti della nostra

          orchestra  larmonica, mentre sono a Roma per dare un concerto. Oppure
          agli  scienziati  delle  nostre  università,  mentre  sono  a  Stoccolma  per
          partecipare  a  un  congresso.  Oppure…  Senta,  abbiamo  duecento  giovani
          sparsi in Europa attualmente. A Graz, in Austria, sta per aprirsi il Festival
          dello  sport,  e  cosa  dobbiamo  fare?  Dobbiamo  rinunciare  a  mandarli?

          Dobbiamo  mandarceli  scortati  da  pattuglie  col  mitra?  Non  vogliamo
          viaggiare il mondo scortati dalle pattuglie col mitra e… E il problema di
          Israele, oggi, non è più il canale di Suez. Non è più l’Egitto, non è più la

          Siria,  non  è  più  il  Libano.  È  l’Europa.  La  guerra  che  noi  dobbiamo
          a rontare, oggi, non è più in Medio Oriente: è in Europa. È soprattutto in
          Italia,  in  Germania,  in  Austria,  in  Svizzera:  dove  sono  le  centrali  dei
          terroristi arabi, dove i terroristi arabi vengono ospitati e protetti e aiutati.
          Sappiamo bene cosa accade in città come Monaco, Amburgo, Stoccarda,

          Roma, Milano, Perugia. S’è aperto un nuovo fronte per noi israeliani: la
          guerra,  oggi,  ci  viene  dall’Europa.  Ebbene:  come  combatteremo  questo
          nuovo fronte io non lo so. Non è un fronte che si può attaccare con gli

          aeroplani  e  le  bombe  e  i  carri  armati.  Ma  sul  fatto  che  lo  si  debba
          combattere non vi sono dubbi, e noi lo combatteremo: che a voi europei
          piaccia  o  no,  che  ci  aiutiate  o  no.  Mettetevelo  bene  in  testa:  la  caccia
          all’ebreo non ricomincerà. Le persecuzioni e i massacri degli ebrei non si
          ripeteranno.  Quindi  ci  aspettano  giorni  molto  scomodi,  molto  duri.

          Scomodi e duri per tutti. Non solo per noi.
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