Page 168 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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che  venne  dopo  le  undici.  Né  si  può  dire  che  l’ambasciatore
          rappresentasse  l’esercito  o  portasse  suggerimenti  di  carattere  militare.

          Quanto  ai  contatti  telefonici,  ripeto,  li  tenevo  io:  cosa  pretendono  di
          raccontare questi tedeschi?
             Quello  stupido  piano  di  sparare  sugli  arabi  all’aeroporto.  Io  credevo
          che,  semmai,  avrebbero  tentato  il  colpo  durante  il  trasferimento  dal
          pullman  agli  elicotteri.  Dentro  il  recinto  del  Villaggio  olimpico.  Era

          l’unico momento possibile. Dal punto in cui il pullman si arrestò al punto
          in  cui  gli  elicotteri  attendevano,  ci  saranno  stati  ottanta  metri.  Il  luogo
          era  illuminato,  gli  arabi  procedevano  lentamente,  i  tedeschi  avrebbero

          avuto tutto il tempo e lo spazio necessari a colpirli. Al massimo avrebbero
          sacri cato due o tre dei nostri. Ne son convinto perché seguii la scena da
          cinquanta metri e vidi.
             Vidi anche i nostri ragazzi. Uno a uno. E… Non è vero che apparissero
          sconvolti. Non è vero che qualcuno piangesse. I loro volti eran tranquilli,

          sereni, direi sorridenti.
             Avevano  l’espressione  di  chi  crede  d’avviarsi  verso  la  libertà:  nessun
          dubbio  che  siano  morti  proprio  quando  credevano  d’avercela  fatta.  Lo

          deduco da tante cose. Dal loro modo di camminare, per esempio. Erano
          legati  l’uno  all’altro,  in  gruppi  di  tre,  eppure  camminavano  dignitosi  e
          spediti. Ma torniamo al discorso di prima. Se i tedeschi avessero tentato in
          quel  momento  il  colpo  che  tentarono  poi  all’aeroporto…  Bè,  forse
          neanche lì sarebbero stati capaci. Per riuscire in certe operazioni bisogna

          gettarsi contro l’obiettivo, sparare allo scoperto e da vicino, rischiare di
          farsi  uccidere.  Non  si  può  restare  indietro,  nascosti  nel  buio,  a  sparare
          come al tirassegno.

             L’errore  de nitivo,  da  parte  dei  tedeschi,  non  fu  solo  la  sparatoria
          all’aeroporto:  fu  il  modo  in  cui  condussero  la  sparatoria  all’aeroporto.
          Spararono  troppo  presto,  da  troppo  lontano.  Non  furono  coraggiosi.  Se
          avessero permesso a noi israeliani di andare all’attacco… Queste cose noi
          le sappiamo fare. Lo abbiamo dimostrato con l’aereo della Sabena a Tel

          Aviv. Invece vollero fare ogni cosa da sé e…
             Ecco: sono diventati così gentili questi tedeschi. Troppo gentili. Uno li
          guarda e si chiede dove siano andati a  nire gli audaci, crudeli guerrieri

          della  Seconda  guerra  mondiale.  Sparano  stando  nascosti,  e  non  sanno
          sparare  neanche  stando  nascosti.  Hanno  tanta  paura  di  morire  che,  si
          direbbe,  hanno  anche  paura  di  uccidere.  Così  il  risultato  qual  è?  Dopo
          aver  ammazzato  con  tanta  disinvoltura  milioni  e  milioni  di  ebrei,  non
          sono capaci neanche di a rontare un terrorista arabo. O forse lo fanno

          malvolentieri  perché  gli  siamo  ancora  antipatici?  Eh,  già.  Mi  sembra  di
          sentirli tra qualche settimana o qualche mese: «Quegli odiosissimi ebrei. Ci
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