Page 133 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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come  un  mazzo  di   ori.  Sì,  ho  detto   ori.  Ai  posti  di  blocco  i  soldati
          israeliani perquisivano la gente ma io gli sorridevo con civetteria e, senza

          attendere il loro invito, aprivo la borsa:
             «Shalom,  vuoi  vedere  la  mia  marmellata?».  Loro  guardavano  la
          marmellata  e  con  cordialità  mi  dicevano  di  proseguire.  No,  non  andai
          dritta al supermarket: dove andai prima è a ar mio e non ti riguarda. Al
          supermarket giunsi poco dopo le nove. Che pensi?

             Pensavo  a  un  episodio  del   lm La  battaglia  di  Algeri,  quello  dove  tre
          donne partono una mattina per recarsi a sistemare esplosivi su obiettivi
          civili.  Una  delle  tre  donne  è  una  ragazza  che  assomiglia

          straordinariamente  a  Rascida:  piccola,  snella,  e  porta  i  pantaloni.
          Passando ai posti di blocco strizza l’occhio ai soldati francesi, civetta.
             Chissà  se  Rascida  aveva  visto  il   lm.  Magari  sì.  Bisognava  che  glielo
          chiedessi  quando  aveva   nito  il  racconto.  Ma  poi  me  ne  dimenticai.  O
          forse volli dimenticarmene per andarmene via prima.


             Pensavo… A nulla. Cosa accadde quando entrasti nel supermarket, Rascida?


             Entrai  spedita  e  agguantai  subito  il  carry-basket,  sai  il  cestino  di
          metallo dove si mette la roba, il cestino con le ruote. Al supermarket c’è il
          self service, ti muovi con facilità.
             La  prima  cosa  da  fare,  quindi,  era  togliere  i  due  bussolotti  di
          marmellata  dalla  mia  borsa  e  metterli  nel  carry-basket.  Ci  avevo  già

          provato ma con oggetti più piccoli, non così pesanti, coi bussolotti grandi
          no e per qualche secondo temetti di dare nell’occhio.
             Mi  imposi  calma,  perciò.  Mi  imposi  anche  di  non  guardare  se  mi

          guardavano  altrimenti  il  mio  gesto  avrebbe  perso  spontaneità.  Presto  i
          bussolotti furono nel carry-basket. Ora si trattava di rimetterli a posto ma
          non dove li avevo presi perché non era un buon punto. Alla base avevo
          caricato  i  due  ordigni  a  distanza  di  cinque  minuti,  in  modo  che  uno
          esplodesse  cinque  minuti  prima  dell’altro.  Decisi  di  mettere  in  fondo  al

          negozio quello che sarebbe esploso dopo. L’altro, invece, vicino alla porta
          dove c’era uno scaffale con le bottiglie di birra e i vasetti.


             Perché, Rascida?

             Perché la porta era di vetro come le bottiglie di birra, come i vasetti.
          Con l’esplosione sarebbero schizzati i frammenti e ciò avrebbe provocato
          un numero maggiore di feriti.

             O di morti. Il vetro è tremendo: lanciato a gran velocità può decapitare,
          e  anche  i  piccoli  pezzi  sono  micidiali.  Non  solo,  la  prima  esplosione
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