Page 132 - Oriana Fallaci - Le radici dell'odio. La mia verità sull'Islam
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di marmellata. Molto grandi, da cinque chili l’uno, di latta. Esattamente
ciò di cui avevo bisogno.
Per le bombe?
Sicuro. L’idea era di vuotarli, riempirli di esplosivo, e rimetterli dove li
avevo presi.
Quella notte non tornai a casa. Andai alla mia base segreta e con
l’aiuto di alcuni compagni aprii i bussolotti. Li vuotai di quasi tutta la
marmellata e ci sistemai dentro l’esplosivo con un ordigno a orologeria.
Poi saldai di nuovo il coperchio, perché non si vedesse che erano stati
aperti e…
Che marmellata era, Rascida?
Marmellata di albicocche, perché?
Così… Non mangerò mai più marmellata di albicocche.
Rascida rise a gola spiegata e a tal punto che le venne la tosse.
Io la mangiai, invece. Era buona. E dopo averla mangiata andai a
dormire.
Dormisti bene, Rascida?
Come un angelo. E alle cinque del mattino mi svegliai bella fresca. Mi
vestii elegantemente, coi pantaloni alla charleston, sai quelli attillati alla
coscia e svasati alla caviglia, mi pettinai con cura, mi truccai gli occhi e le
labbra. Ero graziosa, i miei compagni si congratulavano: «Rascida!».
Quando fui pronta misi i bussolotti della marmellata in una borsa a sacco:
sai quelle che si portano a spalla. Le donne israeliane la usano per fare la
spesa. Uh, che borsa pesante! Un macigno! L’esplosivo pesava il doppio
della marmellata. Ecco perché negli addestramenti ti abituano a portare
pesi.
Come ti sentivi, Rascida? Nervosa, tranquilla?
Tranquilla, anzi felice. Ero stata così nervosa nei giorni precedenti che
mi sentivo come scaricata. E poi era una mattina azzurra, piena di sole.
Sapeva di buon auspicio.
Malgrado il peso della borsa camminavo leggera, portavo quelle bombe