Page 9 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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più saldi, ti chiederanno di portare fardelli più pesi, ti impor-
ranno arbitrarie responsabilità. Poiché avrai la barba, rideranno
se tu piangi e perfino se hai bisogno di tenerezza Poiché avrai
una coda davanti, ti ordineranno di uccidere o essere ucciso alla
guerra ed esigeranno la tua complicità per tramandare la tiran-
nia che instaurarono nelle caverne. Eppure, o proprio per que-
sto, essere un uomo sarà un’avventura altrettanto meravigliosa:
un’impresa che non ti deluderà mai. Almeno lo spero perché, se
nascerai uomo, spero che sarai un uomo come io l’ho sempre so-
gnato: dolce coi deboli, feroce coi prepotenti, generoso con chi ti
vuol bene, spietato con chi ti comanda.
Infine, nemico di chiunque racconti che i Gesù sono figli del Pa-
dre e dello Spirito Santo: non della donna che li partorì.
Bambino, io sto cercando di spiegarti che essere un uomo non
significa avere una coda davanti: significa essere una persona. E
anzitutto, a me, interessa che tu sia una persona. E una parola
stupenda, la parola persona, perché non pone limiti a un uomo
o a una donna, non traccia frontiere tra chi ha la coda e chi non
ce l’ha. Del resto il filo che divide chi ha la coda da chi non ce
l’ha, è un filo talmente sottile: in pratica si riduce alla facoltà di
maturare o no una creatura nel ventre. Il cuore e il cervello non
hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona
di cuore e di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che
ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell’altro in quanto
maschio o femmina. Ti chiederò solo di sfruttare bene il miraco-
lo d’essere nato, di non cedere mai alla viltà. E una bestia che
sta sempre in agguato, la viltà. Ci morde tutti, ogni giorno, e son
pochi coloro che non si lasciano sbranare da lei. In nome della
prudenza, in nome della convenienza, a volte della saggezza. Vili
fino a quando un rischio li minaccia, gli umani diventan spavaldi
dopo che il rischio è passato. Non dovrai evitare il rischio, mai:
anche se la paura ti frena. Venire al mondo è già un rischio.
Quello di pentirsi, poi, d’esser venuti.
Forse è troppo presto per parlarti così. Forse dovrei tacerti per
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