Page 6 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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tre gonfio, non mi vedo allattarti e lavarti e insegnarti a parlare.
Sono una donna che lavora ed ho tanti altri impegni, curiosità: te
l’ho già detto che non ho bisogno di te. Però ti porterò avanti lo
stesso, che ti piaccia o no. Te la imporrò lo stesso quella prepo-
tenza che fu imposta anche a me, e ai miei genitori, ai miei nonni,
ai nonni dei miei nonni: su fino al primo essere umano partorito
da un essere umano, che gli piacesse o no. Probabilmente, se a
costui o a costei fosse stato concesso di scegliere, si sarebbe im-
paurito e avrebbe risposto non voglio nascere, no. Ma nessuno
gli chiese un parere, e così nacque e visse e morì dopo aver par-
torito un altro essere umano cui non aveva chiesto di scegliere,
e costui fece lo stesso, per milioni di anni fino a noi, e ogni volta
fu una prepotenza senza la quale non esisteremmo. Coraggio,
bambino. Pensi che il seme di un albero non abbia bisogno di co-
raggio quando buca la terra e germoglia? Basta un colpo di vento
a staccarlo, la zampina di un topo a schiacciarlo.
Eppure lui germoglia e tiene duro e cresce gettando altri semi.
E diventa un bosco. Se un giorno griderai
“Perché mi hai messo al mondo, perché?“io ti risponderò:
“Ho fatto ciò che fanno e hanno fatto gli alberi, per milioni e
milioni di anni prima di me, e credevo di fare bene”.
L’importante è non cambiare idea ricordando che gli esseri
umani non sono alberi, che la sofferenza di un essere umano è
mille volte più grande della sofferenza di un albero perché è co-
sciente, che a nessuno di noi giova diventare un bosco, che non
tutti i semi degli alberi generano alberi: nella stragrande mag-
gioranza vanno perduti. Un simile voltafaccia è possibile, bam-
bino: la nostra logica è piena di contraddizioni. Appena affermi
qualcosa, ne vedi il contrario. E magari ti accorgi che il contrario
è valido quanto ciò che affermavi. Il mio ragionamento di oggi
potrebb’essere rovesciato così, con uno schiocco di dita. Infatti
ecco: mi sento già confusa, disorientata Forse perché non posso
confidarmi con nessuno al di fuori di te. Sono una donna che ha
scelto di vivere sola. Tuo padre non sta con me. E non me ne dol-
go sebbene, ogni tanto, il mio sguardo cerchi la porta da cui egli
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