Page 4 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
P. 4
do. La bevve fino alla sera in cui mi mossi, dentro il suo ventre, e
le tirai un calcio per dirle di non buttarmi via. Lei stava portando
il bicchiere alle labbra. Subito lo allontanò e ne rovesciò il con-
tenuto per terra. Qualche mese dopo mi rotolavo vittoriosa nel
sole, e se ciò sia stato bene o male non so.
Quando sono felice penso che sia stato bene, quando sono in-
felice penso che sia stato male. Però, anche quando sono infeli-
ce, penso che mi dispiacerebbe non essere nata perché nulla è
peggiore del nulla. Io, te lo ripeto, non temo il dolore. Esso nasce
con noi, cresce con noi, ad esso ci si abitua come al fatto d’avere
due braccia e due gambe. Io, in fondo, non temo neanche di mo-
rire: perché se uno muore vuol dire che è nato, che è uscito dal
niente. Io temo il niente, il non esserci, il dover dire di non esser-
ci stato, sia pure per caso, sia pure per sbaglio, sia pure per l’al-
trui distrazione. Molte donne si chiedono: mettere al mondo un
figlio, perché? Perché abbia fame, perché abbia freddo, perché
venga tradito e offeso, perché muoia ammazzato alla guerra o da
una malattia? E negano la speranza che la sua fame sia saziata,
che il suo freddo sia scaldato, che la fedeltà e il rispetto gli siano
amici, che viva a lungo per tentar di cancellare le malattie e la
guerra. Forse hanno ragione loro. Ma il niente è da preferirsi al
soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti,
le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da prefe-
rirsi al niente. E se allargo questo alla vita, al dilemma nascere o
non nascere, finisco con l’esclamare che nascere è meglio di non
nascere. Tuttavia è lecito imporre tale ragionamento anche a te?
Non è come metterti al mondo per me stessa e basta? Non mi
interessa metterti al mondo per me stessa e basta. Tanto più che
non ho affatto bisogno di te.
* * *
Non mi hai tirato calci, non mi hai inviato risposte.
E come avresti potuto? Ci sei da così poco: se ne chiedessi con-
ferma al dottore, sorriderebbe di scherno. Ma ho deciso per te:
nascerai. I ‘ho deciso dopo averti visto in fotografia. Non era pro-
2