Page 13 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
P. 13
ben definita, una striscia bianca e sicura nel mezzo, le tue brac-
cia non sono più protuberanze confuse né pinne ma ali. Ti sono
spuntate le ali!
Viene voglia di accarezzarle, accarezzarti. Come si sta lì nell’uo-
vo? Secondo le fotografie, sei sospeso in un uovo trasparente che
ricorda le uova di cristallo dentro cui si mette una rosa. Al posto
della rosa, tu. Dall’uovo parte un cordone che si conclude in una
palla bianca, lontana, con venature di rosso e macchie di azzurro.
Vista così sembra la Terra, osservata da migliaia e migliaia di mi-
glia. Sì, è proprio come se dalla Terra partisse un filo intermina-
bile, lungo quanto l’idea della vita, e da quelle distanze remote
giungesse a te. In modo così logico, così sensato.
Ma come fanno a dire che l’essere umano è un incidente della
natura?
Il medico aveva detto di tornare da lui dopo sei settimane.
Domani ci vado. E aghi di inquietudine mi bucano l’anima alter-
nando vampate di gioia.
Con un tono che oscillava tra il solenne e l’allegro, ha alzato
un foglietto ed ha detto: «Congratulazioni, signora». Automatica-
mente ho corretto: «Signorina».
E stato come tirargli uno schiaffo. Solennità ed allegria sono
scomparse, e fissandomi con voluta indifferenza, ha risposto:
«Ah! «. Poi ha preso la penna, ha cancellato signora e ha scrit-
to signorina. Così, in una stanza gelidamente bianca, attraverso
la voce di un uomo gelidamente vestito di bianco, la Scienza mi
ha dato l’annuncio ufficiale che c’eri. Non mi ha impressionato
per niente, visto che lo sapevo già e molto prima di lei. Però mi
ha sorpreso che si sottolineasse il mio stato civile e si portas-
se quella correzione sul foglio. Aveva l’aria di un’avvisaglia, di
una complicazione a venire. Perfino il modo In cui subito dopo
la Scienza mi ha detto di spogliarmi e stendermi sul lettuccio
non era cordiale. Sia il medico che l’infermiera si comportavano
come se gli fossi antipatica.
Non mi guardavano in faccia. In compenso si scambiavano oc-
11