Page 74 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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Una volta nato non ti dovrai scoraggiare, dicevi: neanche a sof-
frire, neanche a morire. Se uno muore vuol dire che è nato, che è
uscito dal niente, e niente è peggiore del niente: il brutto è dover
dire di non esserci stato. La tua fede mi seduceva, la tua prepo-
tenza. Sembrava davvero la prepotenza dei tempi remoti in cui
la vita era esplosa nel modo che mi avevi narrato. Io ti credevo,
mamma. Insieme alL’acqua che mi immergeva io bevevo ogni tuo
pensiero. E ogni tuo pensiero aveva il sapore di una rivelazione.
Poteva avvenire altrimenti? Il mio corpo era solo un progetto che
si sviluppava in te, grazie a te; la mia mente era solo una promes-
sa che si realizzava in te, grazie a te. Apprendevo esclusivamente
ciò che mi davi, ignoravo ciò che non mi davi: le mie sorsate di
luce e di coscienza eri tu. Se sfidavi tutto e tutti per condurmi
alla vita, pensavo, ciò significava che la vita era veramente un
dono sublime.
«Ma poi crebbero le tue incertezze, i tuoi dubbi, e prendesti
ad alternare lusinghe e minacce, tenerezza e rancore, coraggio e
paura. Per lavarti della paura un giorno attribuisti a me la deci-
sione di esistere, mamma.
Affermasti d’avere obbedito a un mio ordine, non alla tua scel-
ta. Mi accusasti addirittura d’essere il tuo padrone: tu la mia vit-
tima, non io la tua. E passasti a rimproverarmi, biasimarmi per-
ché ti facevo soffrire. Giungesti addirittura a sfidarmi spiegando
cos’era la vita da voi: una trappola priva di libertà, di felicità, di
amore. Un pozzo di schiavitù e di violenze Cui non mi sarei potu-
to sottrarre.
Non ti stancavi mai di dimostrarmi che non c’è salvezza nel
formicaio, che non si sfugge alle sue leggi cupe. Le magnolie ser-
vono per scaraventarci le donne, la cioccolata la mangiano quelli
che non ne hanno bisogno, il domani è un uomo fucilato per un
pezzo di pane e poi un sacco di mutande sporche. Si conclude-
vano sempre con una domanda, le tue fiabe tristi: ma è proprio
il caso che tu esca dal tuo nido di pace per venire quaggiù? Non
mi raccontasti mai che un fiore di magnolia si può cogliere senza
morire, che un gianduiotto si può mangiare senza umiliarsi, che
il domani può essere meglio di ieri. E quando te ne accorgesti era
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