Page 71 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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liardi di stupidi spermatozoi bensì per tentato donnicidio. Dopo-
diché mi pare addirittura superfluo dichiarare che l’accusata non
è colpevole».
Poi s’è alzato il commendatore, con un’espressione di falso im-
barazzo. Non sapeva come pronunciarsi, ha iniziato, perché in
questa giuria si sentiva un estraneo.
Gli altri erano legati all’imputata da un vincolo professionale o
affettivo che includeva il bambino: lui, invece, era soltanto il suo
datore di lavoro. In quanto tale, non poteva che rallegrarsi all’i-
dea che le cose fossero andate com’erano andate: pur cedendo
alla magnanimità, egli aveva sempre considerato quella gravi-
danza un ostacolo.
Peggio: una catastrofe che gli sarebbe costata un mucchio di
denaro. Bastasse pensare allo stipendio da pagarle, secondo una
legge assurda e riprovevole, anche nei mesi di inerzia. Il bambi-
no era stato saggio, più saggio della madre. Oltretutto, morendo,
aveva difeso il nome della ditta. Che avrebbe pensato il pubblico
a veder la sua dipendente, non sposata per giunta, con un neo-
nato in braccio? Non si peritava di confessarlo: se la donna aves-
se accettato, lui l’avrebbe aiutata a disfarsi dell’inopportuno.
Però lui non era solo un industriale: era un uomo E i giurati
che lo avevano preceduto, i due giurati maschi s’intende, avevan
provocato nella sua coscienza un ripensamento. Il dottore attra-
verso la logica e la moralità, il padre del bambino attraverso il
cordoglio. Riflettendo, non poteva non associarsi ai ragionamenti
del primo e al pianto del secondo. Un figlio appartiene in uguale
misura al padre e alla madre: se il delitto era stato commesso, si
trattava di un doppio delitto giacché, oltre ad eliminare la vita di
un infante, aveva stroncato la vita di un adulto.
D’accordo, bisognava decidere se il delitto era stato commesso
o no: ma esistevano dubbi in proposito? Era necessaria una prova
più schiacciante della testimonianza offerta dal medico? Costui
era stato indulgente a parlare d’un vago egoismo. Lui, commen-
datore, poteva svelarne il motivo e il movente. L’imputata teme-
va che il famoso viaggio venisse affidato a un collega rivale. Per
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