Page 79 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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di nuovo: per contraddirsi di nuovo, smentirsi di nuovo, regalarsi
di nuovo al dolore.
La nostra amica mi informa che il bambino è ancora dentro di
te e rifiuti di liberartene, quasi tu volessi servirti di lui per pu-
nire la tua incoerenza e proibirti di vivere. Suppongo che me ne
informi perché ti preghi di non insistere in questa follia. Anziché
pregarti, ti annuncio che non vi insisterai a lungo. Ami troppo
la vita per non avvertirne il richiamo. Quando esso verrà, tu gli
obbedirai come quel cane di London che segue i lupi ululando e
diventa lupo con loro».
Infatti domani torniamo a casa. E sebbene la parola domani mi
sembri un’offesa per te, una minaccia per me, non posso fare a
meno di guardarmi intorno ed accorgermi che domani è un gior-
no colmo di opportunità.
Mi hanno salutato con grande entusiasmo, come se fossi sta-
ta ammalata a un piede o a un orecchio ed ora mi accingessi a
trascorrere una convalescenza. Si sono congratulati per il lavoro
che son riuscita a condurre a termine malgrado-le-difficoltà. Mi
hanno portato a mangiare.
E non una parola su te. Quando ho tentato io, hanno assunto
un’aria tra evasiva e imbarazzata: quasi alludessi a un argomen-
to sgradevole e volessero dirmi non-ci-pensiamo-più-quel-che-
è-stato-è-stato.
Più tardi la mia amica m’ha preso da parte e, col tono di ricor-
darmi un appuntamento importante, ha detto d’essersi consul-
tata col medico il quale sostiene che non è il caso di contare su
una tua partenza spontanea: se non ti faccio togliere, muoio di
setticemia. Bisognerà che mi decida: sarebbe paradossale che,
per ristabilir l’equilibrio, tu uccidessi me. Ho ancora tante cose
da fare. Tu non le hai mai incominciate, io invece sì. Ho da svi-
luppare la mia carriera, ad esempio, e dimostrare che non sono
meno brava di un uomo. Ho da battermi contro le comodità dei
punti esclamativi, ad esempio, ho da indurre la ~gente a porsi
più perché. Ho da spegnere la pietà per me stessa, e convincere
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