Page 41 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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all’angoscia. Da cosa viene? Forse dall’ozio, la noia. Non conosce-

        vo l’ozio, non mi aveva mai sfiorato la noia. Non vedo l’ora che
        passino gli ultimi due giorni, mi preparo ad affrontarli come se

        fossero due anni. Stamani ho litigato con te. Ti sei offeso?

           Mi ha colto una specie di isteria. Ti ho detto che anch’io avevo
        i miei diritti, che nessuno era autorizzato a dimenticarlo e quindi

        nemmeno te. Ti ho gridato che mi avevi esasperato, che non ne
        potevo più. Mi ascolti? Da quando so che hai chiuso gli occhi mi

        sembra che tu non presti attenzione a ciò che ti racconto, che tu

        ti culli in una specie di incoscienza. Svegliati, su. Non vuoi? Allora
        vieni qui, accanto a me. Appoggia la testina su questo guanciale,

        così.

           Dormiamo insieme, abbracciati. Io e te, io e te... Nel nostro letto
        non entrerà mai nessun altro.




           E venuto. Non credevo che l’avrebbe mai fatto. Era sera, la chia-
        ve ha girato dentro la toppa e ho pensato che fosse la mia amica.

        Di regola è lei che sale a trovarmi prima di cena. Infatti le ho gri-
        dato ciao, certa di vederla entrare ansimante col suo pacchetti-

        no: scusa-ho-fretta-ti-porto-un-poco-di-carne-fredda-e-un-po’

        -di-frutta-torno-domattina.
           Invece era lui. Dev’essersi insinuato in punta di piedi: mi son

        voltata ed eccolo lì, col viso serrato e un mazzo di fiori in mano.
        La prima cosa che ho provato è stata una morsa nel ventre. Non

        la solita coltellata ma una morsa: quasi che tu ti fossi spaventato

        a vederlo e mi avessi afferrato coi pugni per ripararti dietro le
        mie viscere, nasconderti. Poi mi è mancato il respiro e un’onda

        di ghiaccio mi ha intirizzito. L’hai sentita anche tu? Ti ha fatto

        male? Se ne stava lì in silenzio, col suo viso serrato e i suoi fiori.
        Ho odiato il suo viso e i suoi fiori. Perché piombare a quel modo,

        come un ladro? Non lo sa che alle donne incinte bisogna evitare

        ogni trauma? Gli ho chiesto: «Cosa vuoi? «. Ha posato i fiori sul
        letto, in silenzio.

           Li ho subito tolti dicendo che i fiori sul letto portano disgrazia,
        i fiori sul letto si mettono ai morti. E li ho posati sul tavolino. Era-

        no fiori gialli, comprati all’ultimo momento, scommetto: senza




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