Page 35 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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pre una bambina umiliata da un desiderio di gianduiotti. Non

        troverai mai un sistema, mai un’ideologia, che possa mutare il
        cuore degli uomini e cancellarne la malvagità. Quando ti diranno

        da-noi-è-diverso, rispondigli: bugiardo. Poi sfidalo a dimostrarti

        che da loro non esistono cibi pei ricchi e cibi pei poveri, case pei
        ricchi e case pei poveri, stagioni pei ricchi e stagioni pei poveri.

        L’inverno è una stagione da ricchi.
           Se sei ricco, il freddo diventa un gioco perché ti compri la pel-

        liccia e il riscaldamento e vai a sciare. Se sei povero, invece, il

        freddo diventa una maledizione e impari a odiare perfino la bel-
        lezza di un paesaggio bianco sotto la neve. L’uguaglianza, figlio,

        esiste solo dove sei tu: come la libertà. Nell’uovo e basta siamo

        tutti uguali. Ma è proprio il caso che tu venga a conoscere tali
        ingiustizie, tu che lì vivi senza servire nessuno?




           Questa non lo so se è una fiaba, ma te la racconto lo stesso.
        C’era una volta una ragazzina che credeva nel domani. Infatti le

        insegnavano tutti a credere nel domani: assicurandole che il do-
        mani è sempre meglio.

           Glielo assicurava il prete quando tuonava le sue promesse in

        chiesa e annunciava il Regno dei Cieli. Glielo assicurava la scuola
        quando le dimostrava che l’umanità va avanti e che un tempo gli

        uomini vivevano nelle caverne poi in case senza termosifone poi
        in case col termosifone.

           Glielo assicurava suo padre quando le portava ad esempio la

        storia e sosteneva che i prepotenti soccombono sempre. Al pre-
        te, la ragazzina aveva tolto fiducia assai presto. Il suo domani era

        la morte, e alla ragazzina non importava nulla di abitare dopo

        la morte in un lussuoso albergo chiamato Regno dei Cieli. Alla
        scuola aveva tolto fiducia un po’ dopo, e cioè durante un inverno

        in cui le sue mani e i suoi piedi s’eran coperti di geloni, di piaghe.

        Sì, era una gran cosa che gli uomini fossero passati dalle caverne
        al termosifone: ma lei non aveva il termosifone.

           Di suo padre aveva continuato a fidarsi, invece, a occhi chiusi.
        Suo padre era un uomo molto coraggioso e testardo. Da vent’an-

        ni combatteva certi prepotenti vestiti di nero e ogni volta che




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