Page 26 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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tempi riuscirai a piangere e basta.
Tutto ti farà piangere: la luce, la fame, la rabbia. Passeranno
settimane, mesi, prima che la tua bocca si schiuda a un sorriso,
prima che la tua gola gorgogli una risata.
Ma non dovrai scoraggiarti. E quando il sorriso verrà, quando la
risata verrà, dovrai regalarla a me: per dimostrarmi che ho fatto
bene a non servirmi della biologia tecnologica, a non regalarti al
ventre di una madre più buona e più paziente di me.
Ho ritagliato la fotografia che ti ritrae a due mesi esatti: un
primo piano del tuo volto ingrandito di quaranta volte. L’ho at-
taccata sul muro, e qui dal letto la ammiro: ossessionata dai tuoi
occhi. Sono così grandi rispetto al resto del corpo, così spalanca-
ti. Che vedono?
L’acqua e basta? Le pareti della prigione e basta? Oppure ciò
che vedo anch’io? Un sospetto delizioso mi turba: il sospetto
che vedano attraverso di me. Mi dispiace che presto tu li chiu-
da. Sull’orlo delle palpebre si sta formando una sostanza collosa
che fra qualche giorno appiccicherà i due bordi per proteggere
le pupille durante la loro formazione finale. Non le solleverai più
fino al settimo mese, le tue palpebre. Per venti settimane vivrai
nel buio completo. Peccato! O forse no? Senza cose da guardare,
mi ascolterai meglio. Ho ancora tanto da dirti e queste giornate
immobili me ne forniscono il tempo, visto che la mia unica attivi-
tà consiste nel leggere o guardare la televisione. Soprattutto ho
da prepararti ad alcune verità molto scomode. La speranza che
tu sappia già tutto, e molto più di me, non mi convince molto. Ma
spiegarti certe cose è difficile perché il tuo pensiero, se esiste,
agisce su fatti troppo diversi da quelli che troverai. Tu sei solo,
magnificamente solo là dentro.
La tua sola esperienza è te stesso. Noi siamo molti, invece: mi-
lioni, miliardi. Ogni nostra esperienza dipende dagli altri, ogni
nostra gioia, ogni nostro dolore, e...
Ecco, incomincio da qui. Incomincio annunciandoti che non sa-
rai più solo quaggiù e che, se vorrai liberarti degli altri, della loro
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