Page 22 - Oriana Fallaci - Lettera a un bambino mai nato
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La mia amica giudicava con favore l’opinione degli antropologi

        ed io ero portata ad accettare quella dei biologi. Irritata, m’ha
        accusato di stare dalla parte dei preti: «Sei cattolica, cattolica,

        cattolica! «. Mi sono offesa. Non sono cattolica e lei lo sa. Inoltre

        rifiuto ai preti ogni diritto
           ~, di interferire in questa faccenda, e lei lo sa. Ma non posso,

        assolutamente non posso accettare gli arbitrari principi del dot-
        tor Munson. Non posso, assolutamente non posso capire chi si

        infila la sonda come se prendesse una purga con cui eliminare

        un cibo indigesto. Ammenoché...
           Ammenoché cosa? Sto tradendo la mia decisione?

           Mi sembrava d’essere ormai così sicura, d’aver superato così

        gloriosamente tutte le incertezze, tutti i dubbi. Perché ora torna-
        no, camuffati da mille pretesti? ~ per via di questo malessere che

        mi fa girare la testa, per via di questi dolori che mi accoltellano il

        ventre? Devo essere forte, bambino. Devo tener fede a me stessa
        ed a te. Devo portarti in fondo perché da grande tu sia qualcu-

        no che non assomiglia né al prete che urlava nel sogno, né alla
        mia amica e al suo dottor Munson, né ai poliziotti che legavan le

        braccia alla nonna. Il primo ti considera proprietà di Dio, la se-

        conda ti considera proprietà della madre, i terzi ti considerano
        proprietà dello Stato.

           Non appartieni né a Dio né allo Stato né a me. Appartieni a te
        stesso e basta. Dopotutto sei tu che hai preso l’iniziativa ed io

        sbagliavo a credere d’importi una scelta.

           Tenendoti, non faccio che piegarmi al comando che mi impar-
        tisti quando s’accese la tua goccia di vita. Non ho scelto nulla, ho

        obbedito. Fra me e te, la possibile vittima non sei te, bambino:

        sono io. Non è questo che vuoi dirmi quando ti avventi come un
        vampiro contro il mio corpo?

           Non è questo che vuoi confermare quando mi regali la nausea?

        Sto male. Da una settimana lavoro con fatica. Mi si è gonfiata una
        gamba. Sarebbe terribile se dovessi rinunciare a quel viaggio or-

        mai stabilito. E il commendatore sembra averlo capito. In tono
        quasi minaccioso oggi mi ha chiesto “se potrò“ed ha aggiunto

        che se lo augura. Si tratta di un progetto importante, costruito su




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