Page 84 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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continui a lavorare con tanto accanimento. A scrivere, per
esempio.
Anche fisicamente, scrivere è un mestiere assai faticoso. Un
mestiere che logora, che consuma. Lo è per me che sono più
giovane e che alla mia malattia reagisco come le ho spiegato,
figuriamoci per lui che ha ottantaquattr'anni compiuti ed un
morbo che lo fa tremare come una foglia al vento... Sebbene
pensi che il suo mostrarsi alle folle oceaniche denunci una certa
nostalgia del potere temporale, apprezzo anche il fatto che
continui a viaggiare.
Infatti mi commossi parecchio quando a Lourdes stava per
svenire e con un filo di voce chiese quel bicchier d'acqua. Lo
sentii vicino, quasi fratello, e quel bicchier d'acqua avrei voluto
porgerglielo io.
Io lo stesso. E chiarito il punto sui tre leader, riprendiamo il
discorso su Bush. Quel Bush di cui le piace soltanto la moglie
che assomiglia alla nostra mamma.
Bush non è un'aquila, stavo dicendo. Non è un vero leader. E
non essendo né un'aquila né un vero leader, ancor prima
dell'Iraq s'è tirato un mucchio di volte la zappa sui piedi. Per
incominciare ha scelto, come Berlusconi, la gente sbagliata. Un
mediocre Segretario di Stato cioè lo scialbo Powell. Un
discutibile Segretario della Difesa cioè il tracotante Rumsfeld.
Una scomoda Consigliera per la Sicurezza Nazionale cioè
quella Condoleezza Rice che non è affatto sciocca, anzi è
intelligentissima, però è impastata con la medesima pasta di
Rumsfeld e questo può essere pericoloso. A ciò aggiunga un
capo della Cia e un capo dell'Fbi da processare per inettitudine,
incapacità. Tutti insieme costoro lo hanno portato in Iraq dove
le armi chimiche e biologiche non sono riusciti a trovarle,
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