Page 79 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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politico, religioso, militare, strategico. Lo è per la sua abnorme
capacità di catalizzare l'odio dell'Islam verso l'Occidente. Lo è
per la sua demoniaca abilità di materializzarlo, pianificarlo,
reinventarlo ogni giorno con nuove scelleratezze. Lo è per la
sua lugubre intelligenza, la sua macabra fantasia, la sua serietà.
Lo è in tale misura che, al contrario di Wojtyla e del defunto
Khomeini, per esserlo non ha bisogno di imbottire le piazze e
mostrarsi tutti i giorni in Tv. La guerra che ufficialmente ha
dichiarato l'Undici Settembre può guidarla anche cambiandosi i
lineamenti, tacendo per mesi e mesi, nascondendosi nelle
caverne. E pazienza se a suo vantaggio v'è quel che Khomeini
non aveva: i nostri Internet, i nostri computer, i nostri telefonini,
nonché i laureati che gli abbiamo istruito nelle nostre università.
Cioè la nostra tecnologia e la nostra cretineria. Il nostro trionfo
intellettuale e il nostro cancro morale. Insomma il nostro
paradossale suicidio...
Curiosità umana e politica: le piacerebbe intervistare Bin
Laden?
Sì. È l'unica persona al mondo per cui tradirei la mia promessa
di non aver più nulla a che fare col giornalismo. E son certa che
ne verrebbe fuori un incontro anzi uno scontro indimenticabile
per me e per lui. Peccato che a lui piaccia, invece, l'idea di farmi
ammazzare. Peccato che dietro le minacce di morte nelle quali
vivo da tre anni vi sia il suo imprimatur. Mah! In questo senso
era più intelligente Khomeini che da me si lasciò intervistare per
ben sei ore e tuttavia non mi torse un capello. Si limitò a dire,
povero vecchio, le cazzate che dopo l'intervista disse
registrando il video di Qom: il video col quale mi accusava
d'averlo accusato di tagliare i seni alle donne. Oppure quando,
otto mesi dopo, tornai a Teheran per intervistare l'allora primo
ministro Bani Sadr e appena scesa dall'aereo venni arrestata dai
mujahiddin che mi rinchiusero in quello scatolone di cartapesta.
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