Page 114 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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ripugnanza. Io non potrei mai schierarmi con la squadra di
calcio che ha nome Destra.
Tale idea non mi sfiora nemmeno quando lo sdegno per la
squadra di calcio che ha nome Sinistra tocca lo spasimo. Non
potrei mai schierarmi nemmeno con le anime pie che credono di
risolvere il problema elargendo elemosine, ricorrendo alle opere
di beneficenza, e spesso mi chiedo se non sia quella spina nel
cuore a rendere così difficile il mio rapporto col denaro. Io non
amo il denaro. Lo voglio, sì, perché mi serve e mi spetta. Paga il
mio lavoro, la mia fatica, concede un po' di sollievo alla mia
non facile esistenza. Ma per lui nutro una fortissima antipatia,
una specie di acredine o di rancore. E non capisco chi ha il culto
del denaro, chi non si sazia mai di denaro, e a toccarlo gioisce
come l'avaro di Molière. Ancor meno capisco chi misura il
merito col denaro e chi non ammette che è il denaro la causa di
tutti i mali, la fonte di quasi tutte le infelicità. Il fatto è che
contrariamente ai parolai che berciano dalle tribune o nelle
piazze, io sono una rivoluzionaria. A parte le cose belle e le
conquiste della Scienza, del mondo che mi circonda non mi va
bene nulla. Nemmeno il suo concetto di rivoluzione. La
Rivoluzione non è la ghigliottina di Place de la Concorde. Non è
la presa del Palais d'Hiver a Pietroburgo. Non è l'impaziente e
brutale sovvertimento che distrugge o smantella sicché, quando
tutto è distrutto o smantellato, chi è rimasto raccoglie i ruderi.
Li rattoppa, li rabbercia, e tutto torna come prima. Napoleone al
posto delle loro Maestà Louis XVI e Maree Antoinette, Stalin al
posto dello zar Nicola Romanov, Khomeini al posto dello scià
Reza Pahlavi, Bin Laden al posto del Papa. La Rivoluzione per
me è pazienza, ragionevolezza. E l'incruenta metamorfosi del
baco che senza far male a nessuno, neanche a sé stesso, diventa
farfalla. Una bellissima farfalla. E vola.
Infatti sogno sempre di volare. Come una farfalla anzi come un
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