Page 113 - Oriana Fallaci - Intervista con se stessa. L'Apocalisse.
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Ho tagliato i ponti col mondo. Mi sono arroccata dentro una
                sterile torre d'avorio, chiusa dentro un disinfettato silenzio, e

                non ho più aperto bocca. Non ho più mosso un dito. Da
                quell'esilio sono emersa soltanto l'Undici Settembre cioè quando

                la realtà s'era ormai incancrenita.



                Le capita mai di cambiare idea?


                Su queste cose, no. Certo no. Su altre, sì. Perbacco, soltanto le

                pietre non cambiano idea. Non pensano, quindi non soffrono.
                Da giovane, ad esempio, credevo che la giustizia sociale si

                potesse raggiungere col socialismo. Finita la guerra mi iscrissi

                al Partito d'Azione che era un partito liberalsocialista cioè un
                partito che voleva conciliare il socialismo col liberalismo. Poi il
                Partito d'Azione morì.



                Rimasi sola, da sola presi a riflettere, a crescere, e alle soglie

                della maturità compresi d'aver speso la mia gioventù nel culto
                d'una utopia o d'un equivoco. Perché mi convinsi che il

                socialismo era fratello del comunismo, un volto del comunismo.



                Anche il socialismo-dal-volto-umano di cui Pietro Nenni
                parlava alla fine della sua vita. Perché realizzai che mio padre,
                pure lui liberalsocialista, aveva ragione a dire che invece di

                rendere tutti ricchi il fratello del comunismo rende tutti poveri e

                negando il merito taglia le palle all'Uomo. Perché conclusi,
                insomma, che nonostante le sue seduzioni il socialismo non si

                poteva conciliare col liberalismo.


                E cambiai idea. Però, ecco il punto, senza sposarne un'altra. O

                senza tentare di elaborarne un'altra, ammesso che ciò fosse
                possibile. Infatti il tema della giustizia sociale rimase in me

                come una spina nel cuore. E per chi non ha quella spina nel

                cuore ancor oggi provo un'istintiva ostilità anzi un'istintiva




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