Page 91 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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fatta con abbandono, a volte perfino insopportabile...
Sì, in fondo c'è qualcosa di proustiano. Proust tradotto in
cinema puro.
Proust? Mah! Io sono molto ignorante... Che vergogna eh? Una
sana, vasta, solida, coriacea ignoranza. Non so nulla di nulla. E
il discorso non vale solo pei libri. Vale anche pei film.
Lo so, lo so. Lei non va a vedere che ifilm di federico Fellini.
Quelli degli altri mai, vero?
È così vero che ho il coraggio di dirlo. Non riesco a
organizzarmi per il rituale che esige lo spettacolo: uscire di
casa, salire in macchina, sedersi fra tante persone, star lì a farsi
solleticare da emozioni collettive. Se esco di casa per andare al
cinema o a teatro, stai sicura che durante il tragitto vedo
qualcosa che mi interessa di più. Se poi vedo il film di un altro e
mi accorgo che quest'altro ha realizzato una cosa che volevo
realizzare io... ci resto male. Certo ho visto i film di Charlot: che
artista favoloso. Ma per i quarantenni come me Charlot
appartiene alla mitologia della nostra vita: il babbo, la mamma,
la maestra, il prete, Charlot. Charlot... l'ho incontrato una volta a
Parigi. Aveva visto La strada: mi fece, credo, complimenti a
mezza voce. Mi parve piccolissimo, con due manine piccine
piccine. Parlava un francese che non capivo, lui non capiva il
mio inglese: mi sentivo a disagio, in soggezione...
Lasciamo stare Charlot: siamo qui per Fellini. Il protagonista di
Otto e mezzo...
L'hai visto? T'è piaciuto?
Certo che m'è piaciuto. Che film triste, però. Tutti quei vecchi,
tutti quei preti, quell'aria di disfacimento e di morte... Sono
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