Page 8 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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lunghissime pause, «un raccoglimento che aveva il sapore di un
rito», ricorda implacabile la Fallaci. È lei a condurre il gioco, è
lei a toreare. Don Antonio freme. È esausto, è sfinito, si arrende.
Getta la spugna indicando con odio il registratore: «Dobbiamo
continuare parecchio a sputare parole in quel coso? Senta, io
sono stanco, lei mi ammazza più di dieci corride...
mi scoppia la testa».
Berranno insieme, un po'"troppo. Serata movimentata: lei gli
molla un manrovescio e lo insulta chiamandolo «vaccaro,
fascista!», il tutto puntualmente consegnato alla storia, gli annali
degli antipatici.
Volano insulti anche con Hitchcock, ma è lui a pronunciarli, in
un'intervista fatta al Festival di Cannes, quando Oriana gli
confessa che le piace andare a caccia: «Lei è una criminale, una
irresponsabile, una donna senza cuore». Dovevano parlare solo
di cinema e invece il mago del brivido le fa delle confidenze
molto personali. Le spiega perché pratica la castità («il sesso è
una gran scocciatura»), le racconta che quando si è sposato,
vergine, non sapeva ancora come nascono i bambini, da quella
famosa definizione di Grace Kelly, «un vulcano coperto di
neve», le confida quali sono le sue principali fobie, il terrore del
buio, dei poliziotti, ma soprattutto delle uova, «quel coso
bianco, tondo, senza buchi...», il disgusto per le donne incinte.
Anche in questa intervista (è così in dodici interviste su diciotto)
Oriana ha l'ultima parola. Si accomiata dicendogli: «Lei è
l'uomo più cattivo e più crudele che mi sia mai capitato di
incontrare». Verdetto: colpevole.
Davvero non risparmia giudizi la giovane Oriana Fallaci, e sono
quasi sempre inappellabili. Eccola di nuovo a Parigi, da Lipp, a
mangiare con Catherine Spaak, che ha diciassette anni ed è
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