Page 13 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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si  descrive  quando  va  a  intervistare  Gianni  Rivera,  fa  il  giro
                delle attrici, dei registi, degli scrittori sì ma anche dei playboy e

                dei  calciatori.  Tranne  poche  eccezioni,  disapprova  e  forse  si
                annoia. Ma se incappa in uno dei suoi miti sa riconoscerlo e sa

                inchinarsi come si deve. Eccola davanti a Natalia Ginzburg, due
                giorni prima che vinca il Premio Strega con Lessico famigliare:

                «Una donna non bella e non elegante... l'aria un po'"goffa... un

                volto maschile, doloroso, quasi tagliato nel legno». Parlano ore,
                due  grandi  scrittrici  sedute  una  di  fronte  all'altra.  La  Fallaci

                racconta  alla  Ginzburg  che  da  ragazza  sognava  di  potere  un
                giorno riuscire a scrivere come lei: anche lei voleva «scrivere

                come  un  uomo,  le  donne  sono  sempre  umide  di  sentimenti»,
                parole, queste, di Natalia Ginzburg.



                Racconta, la Fallaci, che maturando e crescendo ha capito una
                cosa molto importante, e cioè che nel suo lavoro non avrebbe

                dovuto  imitare  nessuno,  neanche  i  più  bravi:  meglio  andare
                dritta per la sua strada. E questa lezione di scrittura, e in fondo

                di vita, è contenuta proprio ne Gli antipatici: «Avevo compreso

                che  nel  mestiere  di  scrivere  non  esistono  insegnamenti  o
                consigli,  bisogna  scrivere  soli,  senza  imitare  nessuno,

                attingendo scoperte dai nostri errori e dalla nostra fatica che è la
                fatica più solitària del mondo».



                dicembre 2008


























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