Page 15 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Premessa
Molti dei personaggi ritratti in questo libro sono miei amici. O
quasi miei amici. O miei possibili amici.
Quando non sono miei amici o quasi miei amici o miei possibili
amici, sono miei nemici. O quasi miei nemici. O possibili miei
nemici che sportivamente però divisero la pena di un incontro
difficile: meritandosi un grato rispetto. Escludo quindi di
considerarli antipatici nel senso etimologico, categorico che si
da a questa parola.
Li considero tali in un altro senso. Ovunque si parla di loro,
ovunque si discute di loro, delle loro gesta, dei loro amori, delle
loro corride, delle loro poesie, dei loro gol, della loro musica,
dei loro comizi, dei loro film, dei loro miliardi, della loro
miseria, e la loro celebrità è così vasta, così rumorosa, così
esasperante che ci ossessiona, ci tormenta, ci soffoca al punto da
farci esclamare
«Dio che rompiscatole! Dio che antipatici!».
Spiego ciò, prima di qualsiasi altra cosa, non per chiedere scusa
a qualcuno di un tìtolo per cui non devo chieder scusa a
nessuno: ma per chiarezza verso coloro che leggono e verso gli
stessi antipatici, quasi sempre simpaticissimi. Lo spiego inoltre
per prevenire una domanda che ad alcuni brucerebbe la lingua:
perché, fra gli antipatici, non mi ci son messa anch'io. Non mi ci
son messa perché non sono celebre e di conseguenza sono
simpatica. Rompo le scatole, è vero: ma non le rompo facendo
parlare di me, dei miei amori, delle mie corride, delle mie
poesie, dei miei gol, della mia musica, dei miei comizi, dei miei
film, dei miei miliardi, della mia miseria, he rompo raccontando
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