Page 11 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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la personalità, perché è un personaggio non ortodosso: per
«quella bocca amara, quelle guance consunte, quegli occhi
segnati; ma era un viso insolito, un viso diverso da tutti, e
raccontava una pazienza insolente».
Le apparenze tuttavia ingannano: come da luogo comune lei si
aspettava una donna spregiudicata, fatale, perversa, e invece
«sembra di sentir parlare una sergentessa dell'Esercito della
Salvezza».
Fallaci non nasconde simpatie e antipatie: non teme certo di
schierarsi. Si entusiasma, si stupisce, si indigna, si accalora. Fa
reprimende terribili, intemerate, scenate. Ma sa anche giocare
d'ironia, a volte usa il fioretto ma quando c'è bisogno tira fuori il
machete. Entra nei salotti, passeggia sui set, è ospite nei castelli
come andasse alla guerra, con l'elmetto in testa e la cintura
piena di bombe a mano. Non fa mai un passo indietro: è giusto
che i riflettori inondino di luce l'intervistato ma anche
l'intervistatore, se è del suo rango.
Narcisismo, forse. Magari civetteria. A volte dichiarata, e
squisitamente femminile, dunque veniale, come quando Oriana
parte per Parigi dove ha appuntamento con «il grande seduttore,
il massacratore di cuori», come lo etichetta: il leggendario
Porfirio Rubirosa, re dei playboy. Altro che tuta mimetica: per
incontrarlo (non si sa mai) Oriana indossa il suo migliore
Chanel, va a farsi fare la messa in piega da Alexandre, cura il
maquillage «fino allo spasimo» e si inonda di profumo.
Quando finalmente se lo trova di fronte scopre che «è
bruttacchiolo, ha un profilo da negroide, gli occhi piccoli come
fragoline di bosco». Ma soprattutto che è un'assoluta nullità, si
proclama timido ed è incapace di dire una frase dal senso
compiuto. Schiacciato dall'interlocutrice, suda, addirittura trema
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