Page 6 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Annunziata e Carlo Rossella pubblicata su "Panorama" nel
gennaio del 2002 -. E le mie interviste sono sempre state così
rigorosamente precise, corrette. Non ho mai tradito nessuno.
Anche se si trattava di una persona che odiavo o non rispettavo,
stavo attenta a riportare con fedeltà ciò che costui o costei mi
aveva detto. Nessuno ha mai potuto accusarmi d'avere inserito
nelle risposte un'inesattezza o una bugia.» Qualche rara volta,
dopo una reciproca diffidenza iniziale, l'intervista fu il primo
passo verso un'amicizia profonda, durata tutta la vita, come
quella con Ingrid Bergman. Lo testimonia Isabella Rossellini,
cui Oriana volle bene come a una figlia, sempre presente nei
lunghi anni a New York: «Per me era un mito. Mamma e lei
avevano una virtù in comune: non riuscivano a dire bugie, non
erano diplomatiche, dicevano sempre la verità.
Per questo si amavano così tanto».
Ne Gli antipatici si ride molto, certamente si sorride, come
nell'incontro con Fellini. Lui la chiama Pallina e si fa chiamare
Pallino e certe volte anche Pallone; la tocca, la stringe, la
solleva in un abbraccio più che ardente; la palpa «dal collo ai
ginocchi»; le giura che se non fosse stato sposato con la Masina
avrebbe sposato lei. Ma intanto le da una buca dopo l'altra, la fa
aspettare ore e ore, al ristorante, in albergo, a una proiezione
privata, sotto casa. Rimanda, fugge, telefona, si scusa, arriva,
sparisce, ricompare e quando finalmente si parlano è tutto un
ipocrita squittire di «tesorino, amorino, Orianina, bambina», e
ancora: «Hai fame? Hai sete? Vuoi sdraiarti un po'?».
Lei lo tratta come uno che si è montato la testa; gli fa confessare
che è molto ignorante; gli dice che mente come respira, e anche:
se c'è un uomo che se ne frega del prossimo questo è proprio
Fellini.
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