Page 7 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Si fa dare della mascalzona e gli chiede a brutto muso se gli
sembra giusto avere avuto il successo che ha avuto. Una fatica
improba questa intervista. Fellini vuole rileggerla e correggerla
per ben tre volte, e ogni volta apporta nuove modifiche, ogni
volta ha pentimenti improvvisi e altri ripensamenti. «È
l'intervista meno genuina di tutta la serie», chiosa l'autrice: «Io
gli volevo bene davvero a Federico Fellini. Dopo quel tragico
incontro gliene voglio assai meno, ho anche smesso di dargli del
tu».
Il magnate Baby Pignatari, imparentato Agnelli, una erre così
moscia «che a un certo punto cessa di essere moscia per non
esistere più», le confida: «Io non leggo, leggere mi distrae». Il
calciatore Rivera, ventenne gelido, le sussurra il suo mantra:
«Chi si emoziona è finito». La duchessa d'Alba, ultima
discendente dell'omonima Maya dipinta desnuda da Goya, le fa
fare ben dodici giorni di anticamera prima di ammetterla al suo
cospetto, nella sontuosa dimora a Siviglia ingombra di Rubens,
Tiziano, Bellini, Beato Angelico: «Il suo sangue è più blu di
tutti i sangue blu della Terra».
Che incontro: la duchessa appare «afflitta dalla preoccupazione
di dire il meno possibile». Stanno insieme quattro ore: il tempo
necessario perché la Fallaci le faccia fare la figura della perfetta
cretina.
Sembrano dei match di pugilato queste interviste e spesso a
sollevare in aria il guantone in segno di vittoria è l'Oriana. È un
corpo a corpo quello con Antonio Ordonez, all'epoca il torero
più famoso del mondo, amato da Hemingway come un figlio. A
trentun anni ha già ucciso 1500 tori e «il sangue andaluso gli
bolle addosso come il cattolicesimo». A un certo punto il divino
torero commette l'errore di dire alla sua intervistatrice: «Lei è
una donna, non può capire». Ogni sua risposta è preceduta da
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