Page 3 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Prefazione di Laura Laurenzi
Quelle che seguono non sono certo interviste del tipo
accademico, bensì scambi di opinioni: incontri, e spesso scontri,
in cui Oriana Fallaci sembra scaldarsi i muscoli in vista dei
futuri faccia a faccia con i grandi della Terra.
I presupposti ci sono tutti: nessuna smanceria, nessun
conformismo, una certa inclinazione al maltrattamento e al
politicamente scorretto, il tentativo di mostrare il malcapitato in
tutta la sua vulnerabilità, nessun timore di farsi nemici, al
contrario: dissacrare. L'autrice sputa le sue domande senza
girarci attorno, e a volte le domande sono meglio delle risposte;
i ruoli si capovolgono e sin dalla prima riga è chiaro a tutti che
lei non farà da spalla. È pugnace, è ostinata, è abrasiva. Oriana
non sfuma, non attenua, non smorza, non fa sconti a nessuno: è
già la Fallaci.
Aveva trentaquattro anni e veniva spedita a intervistare playboy,
toreri, calciatori, attrici diciassettenni, miliardari mondani,
duchesse proprietarie di cinquanta castelli: celebrità varie,
insidiose da raccontare. È proprio in una prova del genere che si
vede il talento, da pagine come queste che si misura l'ardore, su
questo terreno sdrucciolevole che vengono fuori la curiosità, lo
stile, l'ironia, l'impegno. Però attenzione: non sono certo
personaggi minori quelli che popolano e incarnano Gli
antipatici. Al contrario: sfila davanti ai nostri occhi un superbo
campionario di mostri sacri. Registi da Oscar, poeti premiati dal
Nobel, dive di fama planetaria, compositori, scrittrici d'alto
profilo.
«Antipatici» per eccesso di visibilità, perché troppo noti, troppo
presenti sui giornali e in televisione, vittime non loro malgrado
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