Page 75 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
P. 75
non degli unici. Ma, vede, io non conobbi quelli di «Giustizia e
Libertà» come lei, io conobbi i comunisti. E quel morto nella
neve era comunista: per me, la testimonianza fu quella. Per lei
sarà stata un'altra, per me fu quella. Gliel'ho già detto che la mia
fu una decisione sentimentale: i sentimenti per me sono di
estrema importanza.
Estrema, estrema importanza. Vede, non è quasi mai la ragione
che incide sui sentimenti. Sono piuttosto i sentimenti che
incidono sulla ragione. Non si può partire solo dalla ragione, o
dalla conoscenza, quando si fa una scelta.
O non fu piuttosto il bisogno di cercare un'altra religione, ora
che quella cattolica era perduta?
Questo è un discorso che ho già fatto una volta col suo
compagno Pajetta. «La differenza tra me e lei, egregio
onorevole, è che lei crede al Paradiso e all'Inferno. E io no.» Gli
dissi così e lui rispose che ero una ragazza senza religione.
Assolutamente no. Non fu la ricerca di un'altra religione. E poi
non si possono far paragoni tra me e Giancarlo Pajetta. Sebbene
gli anni tra me e lui non siano moltissimi, io appartengo a
un'altra generazione politica. Lui ha fatto il carcere, io no.
E qual è, oggi, il suo atteggiamento di fronte alla religione
cattolica?
È questo: che io non sono anticlericale. So che, spesso, chi è
stato profondamente religioso e poi comunista, diventa
anticlericale. Io no. Nessuno può accusarmi di essere
anticlericale, neanche di avere atteggiamenti negativi nei
riguardi dei cattolici: proprio perché sono stata cattolica, ho
vissuto tra i cattolici, e so che v'è in loro una grande forza. Non
parlo di forza politica, badi: quella lo sanno tutti che c'è. Parlo
75