Page 347 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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viso consueto, / solo un poco più stanco. E il vestito era quello
                di sempre. / E le scarpe erano quelle di sempre. E le mani eran

                quelle  /  che  spezzavano  il  pane  e  versavano  il  vino.  /  Oggi
                ancora, nel tempo che passa sollevi il lenzuolo / a guardare il

                suo viso per l'ultima volta. / Se cammini per strada nessuno ti è
                accanto, / se hai paura nessuno ti prende la mano. / E non è tua

                la strada, non è tua la città. / Non è tua la città illuminata: la

                città  illuminata  è  degli  altri,  /  degli  uomini  che  vanno  e
                vengono, comprando cibi e giornali. / Puoi affacciarti un poco

                alla quieta finestra, / e guardare in silenzio il giardino nel buio.
                /Allora quando piangevi c'era la sua voce serena; / allora quando

                ridevi  c'era  il  suo  riso  sommesso.  /  Ma  il  cancello  che  a  sera
                s'apriva  resterà  chiuso  per  sempre;  /  e  deserta  è  la  tua

                giovinezza,  spento  il  fuoco,  vuota  la  casa.»  Grazie,  signóra
                Ginzburg. Mi perdoni, signora Ginzburg.



                Roma, luglio 1963














































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