Page 338 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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stampa più libri, se firmo Ginzburg almeno c'è qualcuno che
stampa libri col suo nome.
E poi, poi niente. Mi son tenuta il nome Ginzburg anche se ora
sono la moglie di Baldini. Qualcuno ci ha trovato a ridire ma io
li lascio dire. Ecco. Dunque dicevo che Mario scappò
raggiungendo a nuoto la Svizzera come dico nel libro, Sion
Segre invece finì al Tribunale speciale e ci finì anche Ginzburg
che era amico di Mario. Io gli scrissi subito firmando Giulietta e
continuai a scrivergli dopo che si prese quattr'anni. Lui mi
rispondeva con lettere straordinarie, che sono le lettere che uno
scrive a chi non è di famiglia. E poi, poi niente. Poi Leone uscì
e noi ci sposammo. Poi Leone morì.
E quel dolore non è ancora guarito, vero signora Ginzburg?
Sono passati vent'anni e non è ancora guarito. Per questo è così
refrattaria a parlarne.
I dolori non guariscono mai: però a un certo punto si guardano
con distacco. Io non riesco ancora a guardarvi con distacco:
ecco. Ma come, dicono tutti, non hai raccontato la storia di
Ginzburg, la morte di Ginzburg nel tuo libro? Perché? Perché
non posso. Perché è troppo attaccata alla mia storia, perché è
troppo vicina. Verrà un momento in cui la racconterò, questa
storia, ma tra dieci, quindici, o due anni. Su Leone ho scritto
solo una poesia.
Me la dica, per piacere.
No, mi vergogno. Dopo gliela scrivo e poi gliela leggo. La
morte di Leone... è andata così. Ecco. La sera del 25 luglio noi
eravamo a Pizzoli e Leone disse che andava a Roma. Andò a
Roma, solo, poi a Torino dove gli prese il morbillo e io credo
che questo morbillo gli abbia lasciato conseguenze al cuore
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