Page 334 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Ecco. Prima pensavo che non mi importava invecchiare, invece
mi importa eccome perché invecchiando si diventa un'altra cosa.
In fondo io mi sento come quando avevo ventisei anni,
ventisette, invece ne ho tanti di più e questo mi fa pensare che
sono diventata un'altra cosa, e mi pesa più delle rughe, più dei
capelli grigi. Il fatto è che i vecchi non mi hanno mai
interessato: come i preti. O meglio, i preti non mi piacciono:
escluso Giovanni XXIII che mi piaceva tanto e don Giuseppe
De Luca, morto anche lui. I vecchi non li vedo, ecco. Non avrei
mai scritto un romanzo su un vecchio come non avrei mai
scritto un romanzo su un prete. Come condizione umana mi
interessa la giovinezza, la maturità, ecco.
Si sente dai suoi libri. Stavo per dirle infatti che li ho letti tutti
dopo quel È stato così comprato coi soldi di un libro di scuola.
E non solo perché erano belli, non solo perché lei era la vedova
di Leone Ginzburg, ma perché mi raccontavano sempre quel
volto maschile, doloroso, quasi scavato nel legno. E questo
bellissimo Lessico famigliare...
Ora le dico tutto di questo libro che è nato in due mesi, ecco, e
prima non ci pensavo neanche, ecco.
Avevo messo insieme Le piccole virtù e pensavo soltanto di
scrivere cinque o sei cartelle su come parlavano nella mia
famiglia. E poi, poi niente. Poi è venuta fuori un mucchio di
roba, insomma un libro. Il 15 ottobre si sposò mia figlia, il 16
cominciai il libro, prima di Natale era fatto. Ecco. È che quando
scrivo mi prende una gran tensione, ecco, mi sento come
posseduta dal demonio, ecco, allo stesso tempo ho paura che mi
succeda qualcosa per cui devo smettere: e vado avanti di fretta,
ecco.
Lavoro soprattutto la notte, scrivo a mano perché a macchina
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