Page 310 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Il grande seduttore
Mentirei se affermassi che l'incontro con Porfirio Rubirosa mi
lasciava del tutto indifferente.
Sebbene il signor Rubirosa mi abbia sempre turbato pochissimo,
anzi per niente, un poco eccitata lo ero: ammettiamolo. È
bruttacchiolo, e va bene. Ha un profilo da negroide, e va bene,
gli occhi piccoli come fragoline di bosco, e va bene. Se non
sapessi che è Rubirosa non mi girerei neanche a guardarlo, e va
bene. Ma qualcosa, pensavo, deve pur avere questo Porfirio se
gli basta l'alzata di un sopracciglio per portarsi a letto tutte le
donne che vuole e sposarsi tutte le miliardarie che crede.
Qualcosa che prescinde, è evidente, dal suo aspetto fisico e
magari dalle sue capacità di amatore: dopotutto esistono uomini
che al primo sguardo non ti dicono nulla e dopo dieci minuti ti
fanno perder la testa. Sicché per incontrarlo (non si sa mai)
m'ero messa il mio migliore Chanel, m'ero fatta la messa in
piega da Alexandre, avevo curato fino allo spasimo il mio
maquillage. E il profumo! Avreste dovuto sentire il profumo.
Come un fiore, olezzavo. L'anonimo fascista che, abbonato al
«Borghese» ed ammaestrato dagli insulti di cui il «Borghese»
mi onora, puntualmente mi scrive sciocchezze dimostrando di
non possedere come tutti i fascisti alcun senso dell'humour,
avrebbe invocato, vedendomi, il carcere a vita.
La casa di Rubi (le sue donne lo chiaman così) è a
MarneslaCoquette, venti minuti d'auto da Parigi.
Lasciai Parigi un'ora prima dell'appuntamento, giunsi a
MarneslaCoquette con quaranta minuti di anticipo. Aspettai nel
salotto cinquantacinque minuti giacché egli scese con un certo
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