Page 309 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Io sì, tanta. Ci penso sempre, alla morte. È così ingiusto morire,
                dal momento che si è nati. Morire è finire: perché si deve finire?

                Un  uomo  dovrebbe  finire  quando  decide  di  finire,  quando  è
                stanco,  pago  di  tutto:  non  prima.  Oddio,  c'è  una  tale

                sproporzione tra la dolcezza con la quale si nasce e la fatica con
                la quale si muore.



                Nascere è quattro strilletti sani e gioiosi, morire è tragedia. Si

                dovrebbe  almeno  morire  con  la  stessa  dolcezza  e  incoscienza
                con  la  quale  si  nasce,  E  lo  sa  che  le  dico?  Forse  sarebbe  più

                giusto nascere vecchi e morire bambini.



                Gesù, che discorsi. Ora mi farà un ritratto tragico, deprimente.
                Ma io non sono una donna tragica, deprimente. Io sono... Orià:
                cosa sono?



                Gliel'ho  detto  in  principio:  un  libro  già  scritto.  Tanto  più

                incomprensibile quanto più si rilegge. Ma scritto.


                Uhm!  Boh!  Mah!  "Sta  roba  da  intellettuali!  Orià:  non  faccia

                l'intellettuale, sia intelligente, ma che pensa di me?



                Io penso... io penso che lei sia un grand'uomo, signora Magnani.


                Roma, aprile 1963




























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