Page 209 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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e vàmonos.


                C'erano dieci osterie sulla strada che porta da Jerez a Siviglia e a

                tutte e dieci lui si fermò: a ripetere il servizio funebre per Marco

                e Mercedes.


                Alla  quinta  cominciammo  a  perdere  Manuel,  alla  sesta

                perdemmo  Francisco,  alla  settima  perdemmo  José,  all'ottava
                perdemmo  Fernando,  chi  spariva  cantando  nella  notte,  chi  si

                addormentava  sopra  i  bicchieri,  e  quando  giungemmo
                all'Andalusia Palace di Siviglia non eravamo rimasti che io, il

                vecchio, e Ordoiìez: erano ormai le due del mattino. Marco e

                Mercedes,  riparata  l'automobile,  eran  tornati  da  circa  tre  ore.
                «Vivi?»  chiese  Ordonez  al  portiere.  «Certamente,  senor.»
                «Peccato»



                commentò  lui.  «È  stato  tutto  inutile,  quindi.»  Poi,  senza  dir

                buonanotte, se ne andò barcollando a dormire.


                Riapparve  nel  pomeriggio;  nuovamente  murato  nella  sua

                parsimonia di voce. Non ebbe una scusa per Marco e Mercedes,

                disse solo che m'aveva promesso i gamberi arrosto, le sardine
                fritte  e  il  cuore  allo  spiedo,  un  bel  po'"di  flamenco,  era  anzi
                venuto per questo, e la sera stessa avrebbe saldato il suo debito.

                Che mi trovassi alle sette giù abbasso; se volevo, potevo portare

                la  mia  cuadrilla:  in  quel  caso  però  lui  avrebbe  portato  la  sua.
                Risposi che dopo l'affronto compiuto verso Marco e Mercedes

                l'invito  non  si  poteva  evitare.  Commentò  sincero:  «Che
                affronto?!?».  E  così  lo  trovammo  alle  sette,  con  una

                lussuosissima Bentley, tutto vestito di blu ma senza cravatta, ci
                demmo alla scorribanda con lui e altri due toreri, «mi amigos».

                Osterie,  e  poi  ancora  osterie,  e  poi  ancora  osterie:  e  un  cielo
                stellato,  una  deliziosa  Siviglia.  Don  Antonio  era  allegro,

                perfetto. Marco e Mercedes lo guardavano grati e dimentichi, io




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