Page 204 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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del mondo, si accese una discussione. Marco diceva che la cosa
più interessante in Ordonez era la voce bassa e profonda, la
parsimonia con la quale la usava. Mercedes diceva che no, eran
le mani: sottili, stupende, in contrasto col corpo robusto. Io
dicevo che era invece il sorriso e lo sguardo. Il suo sguardo era
puro, il suo sorriso innocente: ma una purezza da toro, una
innocenza da toro. I tori parlano, forse?
Perbacco, nella mezz'ora che avevamo trascorso con lui
eravamo riusciti a sapere soltanto che il suo toro era ammalato e
oltre a questo avevamo udito soltanto la frase «Silencio, por
favor!». Certo si trattava di un uomo senza alcun interesse
fuorché quello pei tori. Chissà se Ordonez era franch...
Con la precipitosità di chi non vuole affrontare certi argomenti,
Mercedes sviò il mio discorso:
«Già, chissà se viene davvero a incontrarci».
Lo trovammo al bivio, con la sua Land Rover. Era vestito da
contadino, stivali di pelle, cappellaccio di paglia,
irriconoscibile, e il suo sguardo era ancora più puro, il suo
sorriso ancor più innocente.
Quando fummo scesi dalla nostra automobile ci caricò sulla sua,
mormorò Buenos dfas, e partì.
Durante il viaggio ruppe il silenzio solo per accennare con un
movimento di testa a una mandria:
«Toros». A Valcargado, una casa bianca di calce, posata su una
collina di sassi, frenò e indicando sei uomini disse: «Amigos».
Poi indicò un tavolo pieno di antipasti al formaggio, salame,
scampi, sardine, baccalà, olive farcite, bottiglie di vino, e disse:
«Aperitivos. Corner, beber». Gli amici, tutti fra i trenta e i
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