Page 169 - Oriana Fallaci - Gli Antipatici
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Ecco: quello, a volte, sì. Voglio dire che un ragazzo di vent'anni
che non si chiama Gianni Rivera fa tante cose che io non posso
fare e che magari, in certi momenti, anch'io vorrei fare. Non so,
stupidate: come cantare ad alta voce per strada, camminare
lungo un marciapiede insieme a una ragazza, la mano nella
mano, uscire la sera e tornare alle due del mattino. Mica per far
niente di male, magari per restare giù abbasso a parlar con gli
amici. Io sono allegro anche se non rido troppo e la gente dice
sempre Gianni, come sei serio! E ogni tanto, anch'io... Ma non
posso, non devo. E
così... Voglio dire: non che me ne rammarichi eccessivamente,
l'ho scelta io questa vita.
Però, in due anni, sono stato a ballare solo due volte ed
entrambe le volte i giornali lo hanno saputo.
Per esempio, tre anni fa, la notte di Natale. Avevo diciassette
anni, nemmeno, ed ero andato a cena con Altafini e sua moglie,
un amico e sua moglie, e la suocera di Altafini. Alle due del
mattino Altafini dice via, andiamo in un posto, una volta
all'anno si potrà pure andare in un posto. Così si va, e noti che
io son sempre il primo a dire ma no, andiamo a dormire, perché
ho sempre sonno, dunque si va e Altafini si mette a ballare con
la moglie, il mio amico idem, ed io resto seduto al tavolo con la
suocera di Altafini: a bere cocacola. Ci restiamo un'oretta, si
esce, e siccome il mio amico aveva la spider e io sapevo guidare
dico al mio amico: «Guido io». Così guido io, fino a casa, e due
giorni dopo ecco il titolone: «Preoccupazioni per il bambino
d'oro». Poi la notizia: «Il bambino d'oro è stato visto in un night
club con una magnifica bionda, fino alle cinque del mattino.
Alle cinque è andato a casa con la bionda guidando una spider».
Alle cinque!?! E chi era la magnifica bionda? La suocera di
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