Page 177 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
P. 177

le corna? Del resto la Bibbia parla chiaro e spiega che non si
                nasce dai funghi.» È difficile prendere De Mille in castagna: per

                ogni  accusa  egli  ha  una  risposta  appropriata.  Quando  gli
                rimproverano di sfruttare troppo la Bibbia, dichiara: «Racconto

                la  Bibbia  attraverso  le  immagini  mentre  i  sacerdoti  la
                raccontano con le parole.
                  Il mio è un modo come un altro per pregare il Signore».

                  Da questa stravagante preghiera, De Mille guadagna vantaggi
                molto terreni: è uno dei miliardari più miliardari di Hollywood.

                Nessuno è più bravo di lui nell'accumulare quattrini perché ha
                un sistema che non fallisce mai: spendere dollari e risparmiare
                centesimi.  Egli  è  capace  di  sprecare  cifre  ciclopiche  per

                procurarsi  a  Gerusalemme  le  spine  necessarie  a  fabbricare  la
                corona di Cristo, ma non pagherà mai mezzo dollaro in più per i

                sandali di una comparsa. Sicché tutti conoscono la storia delle
                patate che De Mille acquistò dal governo per nutrire i cervi del

                suo ranch Paradiso. Le patate erano chiuse in sacchi buonissimi,
                di ottima tela. De Mille mise da parte i sacchi, li rivendette a

                sette  cents  l'uno  e  non  solo  le  patate  gli  vennero  gratis,  ma
                ricavò un guadagno di due cents a ogni sacco.
                  È anche questa una prova di ingegno. E l'ingegno, in un uomo

                come  De  Mille,  non  esclude  i  peccati  veniali.  Gli  piace,  ad
                esempio, vestirsi da regista: stivali di cuoio, frustino nella destra

                e  megafono  nella  sinistra.  Gli  piace  farsi  seguire  da  un
                assistente con la seggiola, per riposarsi ogni volta che lo crede

                opportuno. Mitissimo nella vita privata, gli piace fare il tiranno.
                    Gli  piace  fare  lo  smemorato,  civetteria  che  ostenta  per

                dimostrare  che  il  suo  cervello  è  sempre  occupato  in  faccende
                importanti.  Così  non  ricorda  mai  i  nomi  e  tutti  gli  attori  si
                chiamano per lui Joe McBrown o Mary Smith. Spesso sostiene

                di  non  ricordare  nemmeno  i  nomi  dei  suoi  familiari,  come
                quando  non  sapeva  come  chiamare  il  protagonista  di  un  suo

                film, Anthony Quinn, che è marito di sua figlia Katherine.
                  «Quello là, come si chiama quello là?» urlava De Mille. Gli

                assistenti non capivano.



                                                           177
   172   173   174   175   176   177   178   179   180   181   182