Page 176 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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espressione sinistra. Fu il primo a usare la macchina da presa
                col suono applicato, il primo che usò il colore, il primo che girò

                due volte la medesima scena in modo di avere una pellicola di
                riserva, il primo che portò sugli schermi un soggetto religioso.

                    Questo  accadde  con  la  prima  edizione  de  I  Dieci
                Comandamenti, nel 1923. «Mascalzone, ci rovinerai» telegrafò
                da  New  York  il  furibondo  Sam  Goldwyn.  I  Dieci

                Comandamenti, invece, inaugurò il Chinese Theater e tenne il
                cartellone  per  otto  mesi.  Tre  anni  dopo,  De  Mille  girava  una

                storia  di  Cristo,  Il  Re  dei  Re,  e  questo  tenne  il  cartellone  per
                ventotto  mesi  ininterrotti.  Poi  fu  la  volta  de  Il  Segno  della
                Croce.  Dice  De  Mille:  «La  Bibbia  resta  la  migliore  fonte  di

                soggetti per i film. Non ho mai visto un film religioso che non
                fosse un successo di cassetta».

                  Aveva scoperto la formula migliore per far presa sul pubblico:
                il  cocktail  sesso-  religione.  «Il  sesso  e  la  religione»  diceva

                «sono le grandi molle che reggono il mondo. Il sesso solletica i
                loro istinti peggiori, la religione pulisce la loro coscienza. Non

                possono fare a meno né dell'uno né dell'altro.»
                  Era una formula abbastanza semplice e, a suo modo, geniale:
                sullo  sfondo  biblico  e  il  messaggio  per  la  umanità,  De  Mille

                sistemava disinvoltamente una storia d'amore, condita di baci e
                abbracci tra un bel giovanotto e una bella ragazza. Ciò bastava

                ad  assicurargli  il  box  office.  Infatti  non  sbagliò,
                commercialmente parlando, nemmeno uno dei suoi celebri film.

                L'unico che andò meno bene, I crociati, si meritò la sentenza di
                Zukor: «Il re è morto. Viva il re».

                    De  Mille  vestì  i  crociati  da  indiani,  trasportò  l'azione  dalla
                Palestina  al  Far  West,  cambiò  il  titolo  con  quello  di  The
                Plainsman, e si riprese i quattrini e lo scettro. Lo fece, badate

                bene,  con  animo  candido:  De  Mille  è  l'uomo  più  religioso  di
                Hollywood e per nulla al mondo vorrebbe apparire blasfemo.

                    «Gli  sciocchi  mi  accusano  di  sfruttare  il  triangolo  lui-  lei-
                l'altro anche nei sacri testi» dice De Mille.

                  «Che colpa ne ho io se anche tremila anni fa la gente si faceva



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