Page 158 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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rotto, il naso e la mascella fratturati, tre denti ciondoloni. Non
                era morto e sembrava gli dispiacesse. Infatti: «Pazienza,» disse

                alla Taylor «levami i denti. Un'altra volta andrà meglio».
                    Nessuno  sa  come  e  quando  sia  iniziata  l'amicizia  di

                Montgomery Clift con Libby Holman, una ex cantante di blues
                famosa ai tempi in cui egli era bambino. Una fama sconcertante,
                o  un  maledetto  destino,  insegue  questa  misteriosa  creatura.  Il

                suo  primo  marito,  Christopher  Reynolds,  morì  assassinato  o
                suicida.  L'attore  Philip  Holmes,  suo  fidanzato,  morì  in  guerra

                alla vigilia del matrimonio. La Holman sposò allora il fratello di
                lui che dopo poco morì suicida. Da questo matrimonio nacque
                un  figlio  che  rimase  ucciso  in  un  incidente  automobilistico.

                Tutti  gli  uomini  della  sua  vita  sono  morti  di  morte  violenta:
                insomma è, come si suol dire, una grande jellatrice.

                    «Sono  sicuro»  osserva  il  solito  amico  di  Montgomery  Clift
                «che egli è amico di Libby Holman per masochismo. Spera che

                gli  porti  male.»  Infatti,  gliene  ha  portato.  La  plastica  che  gli
                hanno fatto dopo l'incidente automobilistico è poco riuscita. Il

                suo naso non è più il naso di prima. La faccia è diventata un
                poco sgradevole. Monty piace sempre meno alle donne e agli
                uomini, a parte il fatto che il suo tramonto era già cominciato.

                Dice  lo  sceneggiatore  Kaufmann:  «Essere  bravi  non  basta  in
                questa città.

                    Clift  fu  l'idolo  di  un  periodo  di  transizione.  Cominciò  a
                declinare quando sul Sunset Boulevard apparve un altro ribelle

                in blue jeans: Marlon Brando».
                    Marlon  Brando  aveva  molti  punti  in  comune  con  lui:  la

                scontrosità,        il    disprezzo         per      le     donne       normali        e
                l'anticonformismo. Portava all'occhiello, come un garofano, una
                vena  di  follia.  Leggende  sgradevoli  colorivano  il  suo

                personaggio: che a quattordici anni avesse dato fuoco a una casa
                dove si svolgeva una festa, che a scuola scrivesse le lezioni sulla

                carta  igienica  per  irritare  il  maestro,  che  vivesse  in
                un'autorimessa senza cambiarsi mai i pantaloni. Naturalmente,

                blue  jeans.  Fisicamente,  è  vero,  non  somigliava  al  suo



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