Page 153 - Oriana Fallaci - I sette peccati di Hollywood
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Com'era capitato in una città come Hollywood?
«Vengo con lei» dissi. E uscimmo. Il ragazzo aveva
un'automobile: ma così vecchia che a metterla in moto
sembrava perdesse le ruote. Gliela aveva prestata un tale per
due dollari al giorno, ma ora l'avrebbe restituita perché gli
mancavano i quattrini. Gli ispiravo fiducia, parlava senza farsi
pregare, ora che Cobina non c'era. Non so perché, ebbi
l'impressione che svenisse di fame.
«Vado a mangiare un hamburger. Venga con me. Mi terrà
compagnia» dissi. Le mani gli si irrigidirono sul volante.
«Nop.» «Peccato,» dissi «vado da Googie's dove andava sempre
James Dean. Forse non c'è ancora stato.» La stretta sul volante
si allentò. «È proprio sicura che Jimmy andasse a mangiare da
questo Googie's?
Jimmy è il mio idolo, sa? Voglio diventare come lui.»
Andammo da Googie's. Arrampicati sugli sgabelli, dinanzi a
una tazza di caffellatte che costa soltanto dieci cents, c'erano
tanti James Dean. Il ragazzo fissava il soffitto e i tavoli come se
visitasse una cattedrale.
«Sono scosso» confessò mentre inghiottiva il suo hamburger
con le patate. Aveva fame davvero. Gli domandai se voleva
anche un pezzo di pollo, e voleva anche un pezzo di pollo. Gli
chiesi se voleva anche la torta di formaggio, e voleva anche la
torta di formaggio. Gli chiesi se voleva il gelato, e voleva anche
il gelato.
Quando si accorse d'avere mangiato tutto, arrossì. «Chissà se
Jimmy mangiava tanto. Lei lo conosceva, eh, lo conosceva?»
Rimase deluso perché non lo avevo mai visto.
«E Marlon, eh, com'è Marlon?» Rimase deluso perché gli
dissi: «Un tipo così e così».
«Non è vero,» brontolò «Marlon è un grand'uomo. Voglio
diventare come lui.» «E Montgomery Clift? Com'era
Montgomery Clift?» Sembrò sollevato perché gli dissi: «L'ho
visto solo una volta.
M'è sembrato un po'"strano».
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